Se ti sembra una questione da esperti, sappi che il nuovo Modello 730 2025 potrebbe coinvolgerti molto più di quanto immagini. Dalle cripto alle indennità da cessazione attività, dalle vendite di terreni ai redditi esteri: quello che prima richiedeva moduli complicati, oggi trova spazio in due nuovi quadri. Ma attenzione, perché se da un lato c’è più semplicità, dall’altro crescono anche i controlli e le responsabilità.
È capitato a molti di vendere un pezzo di terreno, ricevere un rimborso assicurativo o guadagnare qualcosa da investimenti non gestiti da intermediari. Azioni come queste, fino a poco fa, finivano in modelli diversi, spesso difficili da compilare.

Ora il modello 730/2025 si presenta con una novità importante: i quadri M e T, pensati per accogliere i redditi non da partita IVA, in particolare quelli soggetti a tassazione separata o imposta sostitutiva. È un cambiamento che riguarda sempre più contribuenti, anche chi non ha mai fatto una vera e propria attività d’impresa.
Chi riceve un’indennità per la cessazione di rapporti di collaborazione o per la fine di un’attività sportiva, per esempio, oggi ha un riferimento chiaro. Il quadro M è strutturato per raccogliere tutte queste voci, incluse le plusvalenze da terreni edificabili, i rimborsi di oneri già detraibili e i redditi percepiti da eredi o legatari. Anche proventi meno comuni, come quelli da lezioni private o noleggio occasionale di barche, trovano una collocazione più semplice grazie alla nuova struttura.
Il ritorno delle imposte dimenticate
Con l’arrivo dei nuovi quadri, il fisco torna a chiedere conto anche di redditi spesso trascurati. Pensiamo ai premi assicurativi riscattati, o ai rimborsi ricevuti per spese detratte in passato. Anche queste somme, se non correttamente indicate, possono generare sanzioni o accertamenti. Ecco perché compilare il nuovo 730 richiede una maggiore consapevolezza.

Non si tratta più solo di dichiarare uno stipendio o una pensione, ma di rendicontare tutte le fonti economiche personali, anche quelle saltuarie o indirette. La struttura del quadro M nasce proprio per questo: mettere ordine e chiarezza dove prima regnava confusione.
Nel quadro T, invece, si entra nel mondo delle plusvalenze finanziarie, incluse quelle da criptovalute. Già nel 2024 era possibile indicare alcune di queste attività nel quadro W, ma ora il modello evolve e punta a centralizzare tutte le entrate di questo tipo. I proventi da strumenti finanziari, le cessioni di partecipazioni e perfino le rideterminazioni di valore sono ora dichiarabili nel 730, senza bisogno di altri modelli accessori. Un dettaglio da non sottovalutare riguarda l’aumento dell’aliquota sulle cripto-attività: dal 26% attuale si passerà al 33% nel 2026, segnale chiaro che il fisco guarda sempre più da vicino questi settori.
La semplificazione, però, non significa leggerezza. Con la maggiore accessibilità dei quadri M e T, anche l’Agenzia delle Entrate potrà incrociare i dati con maggiore efficacia. È dunque fondamentale sapere cosa va indicato e come farlo correttamente. Ignorare un dettaglio può costare caro.