Il titolo Campari sotto la lente: analisti divisi, ma il potenziale di rialzo resta interessante. Occhio però ai segnali tecnici e ai margini in calo.
È il nome che evoca aperitivi d’estate, spot patinati e un certo gusto tutto italiano. Ma Campari, al di là dell’immaginario pubblicitario, è anche una delle realtà industriali italiane più internazionalizzate, con una forte presenza nei mercati chiave come Stati Uniti, Europa e America Latina, e da anni nel radar dei grandi investitori istituzionali. Eppure, nonostante la solidità del brand, la performance borsistica recente ha messo alla prova anche i più pazienti. Il titolo ha mostrato debolezza, complice una trimestrale poco brillante che ha mostrato ricavi in flessione e margini sotto pressione.

E mentre qualcuno parla di semplice rallentamento congiunturale, altri iniziano a chiedersi se valga davvero la pena tenerla in portafoglio in attesa di tempi migliori. Intanto, gli analisti sembrano divisi tra chi invita alla prudenza e chi invece punta su un rimbalzo con margini potenzialmente superiori al 30%, qualora la società riuscisse a superare le attuali criticità operative. Ma chi ha davvero ragione in questa fase di incertezza?
Campari è davvero sopravvalutata? Cosa dicono i numeri
I dati del primo trimestre 2025 hanno creato un certo disincanto. I ricavi si sono fermati a 666 milioni €, sotto le attese di 686 milioni €, con un calo del 4% su base organica. Ancora più pesante la discesa dell’EBIT rettificato, sceso del 17,2% a 136 milioni €, mentre l’EBITDA ha perso il 10,9%, con margini in progressiva erosione. Secondo MarketScreener, il titolo presenta multipli elevati rispetto al settore: P/E a 36,42, P/B a 3,82, EV/EBITDA a 13,65 e P/FCF a 11,77. Margini come il ROE (5,95%) e il ROA (2,66%) confermano una redditività contenuta. Il margine netto, addirittura negativo nel 2024 (-1,17%), è un segnale da non sottovalutare. Gli unici dati in controtendenza sono il margine lordo (58,63%) e una buona tenuta del fatturato nei mercati emergenti.

Chi guarda al breve termine, trova pochi appigli anche nell’analisi tecnica settimanale: le medie mobili segnalano debolezza (8 su 15 danno “vendi”), mentre tra gli oscillatori prevale l’incertezza (9 neutri su 11). Il MACD e il Momentum sono negativi, e solo l’RSI vicino ai 47 offre uno spiraglio di consolidamento. Anche Investing.comclassifica il titolo in area “neutrale”, suggerendo cautela.
Prezzi obiettivo e dividendi: cosa aspettarsi
Il prezzo attuale si aggira intorno a 5,89 €, ma il target medio degli analisti è 6,89 €, con un potenziale di rialzo del +17%, secondo TradingView. La forchetta è ampia: alcuni esperti vedono possibili picchi a 10,50 €, mentre altri stimano anche un minimo a 3,80 €, evidenziando l’incertezza elevata. Le raccomandazioni raccolte da SoldiOnline.itnegli ultimi 30 giorni vedono 10 analisti su 23 orientati verso il “mantieni”, mentre solo 8 suggeriscono “compra ora”. Il sentiment è quindi equilibrato ma cauto.
Dal punto di vista della remunerazione degli azionisti, il dividendo è stato confermato a 0,065 € per azione, con un rendimento TTM dell’1,10%. Negli ultimi 5 anni, il rendimento medio si è attestato intorno allo 0,82%, sempre regolarmente distribuito, ma decisamente basso rispetto ad altre blue chip italiane. Il payout ratio, in crescita al 38,71%, riflette la volontà di mantenere una distribuzione costante anche in fasi complesse.
Il titolo Campari, insomma, oggi è una scommessa più sulle prospettive future che sui fondamentali attuali.