Molte azioni italiane nel 2025 stanno segnando rialzi sorprendenti, ma non sempre i titoli più visibili sono anche i più promettenti. Tra performance stellari e multipli sottovalutati, il vero valore potrebbe nascondersi dove pochi stanno guardando. I dati sono stati raccolti dal portale it.tradingview.com.
In un contesto di mercati in fermento, dove le azioni italiane mostrano slanci inattesi e in certi casi sorprendenti, il rischio è quello di fermarsi all’apparenza. Una crescita del titolo non racconta mai tutta la storia. Il mercato, si sa, ama correre, ma chi investe sa bene che il valore reale si nasconde nei dettagli. E i dettagli, in finanza, sono spesso dentro i multipli fondamentali.

È lì che si possono cogliere opportunità o, al contrario, pericoli mascherati da occasioni. P/E, PEG, EV/EBITDA, P/B: non sono solo numeri per analisti, ma strumenti concreti per capire se un’azione è sopravvalutata o sottovalutata rispetto al suo potenziale. Una società con utili solidi, crescita costante e valutazione contenuta rispetto agli asset potrebbe valere molto di più di un’altra che ha solo brillato per qualche mese. Per questo abbiamo messo da parte la semplice performance annuale e incrociato i dati con indicatori oggettivi.
Analizzando i titoli con capitalizzazione superiore a 500 milioni di euro presenti su it.tradingview.com, emergono alcune sorprese. E non tutte giocano a favore dei nomi più noti.
Le azioni più sottovalutate secondo i multipli fondamentali
La società che spicca su tutte è Cementir Holding, con un mix raro: performance del +43,66%, P/E sotto 12, e un EV/EBITDA inferiore a 6. In un settore ciclico come quello dei materiali da costruzione, numeri del genere segnalano efficienza e sottovalutazione. Subito dopo, si fa notare Mediobanca, che vanta uno dei PEG ratio più bassi del listino (0,48), spesso sintomo di crescita non ancora pienamente valorizzata dal mercato.

Ottima anche la posizione di Banca Generali, con multipli in equilibrio e una struttura patrimoniale solida. Qui il potenziale di rivalutazione resta concreto, specie in un contesto in cui il comparto bancario continua a beneficiare del contesto dei tassi. Italgas e Acea, pur con valutazioni leggermente più alte, restano tra i titoli difensivi più interessanti, in grado di garantire stabilità e continuità.
Dove la valutazione sembra già riflessa nei prezzi
Non tutte le storie però si raccontano allo stesso modo. Alcuni titoli stanno correndo molto più velocemente del loro valore interno. È il caso di Technogym, che mostra un P/E sopra 28, P/B oltre 6 e un EV/EBITDA ben sopra la soglia di equilibrio. Cifre che impongono prudenza. Stesso discorso per Lottomatica, con un EV/EBITDA oltre 11 e una capitalizzazione che già incorpora aspettative molto elevate.
Poi c’è Telecom Italia, che sulla carta potrebbe sembrare sottovalutata, ma in realtà i multipli riflettono le forti criticità operative e finanziarie del gruppo. Un titolo che appare scontato, ma che sconta — in realtà — il rischio stesso di essere in difficoltà.
L’illusione di “comprare basso” può costare cara, mentre il vero valore, spesso silenzioso, resta nascosto nei numeri che pochi osservano davvero.