Bitcoin escluso dalle riserve UK: ecco 3 motivi per cui Londra potrebbe scegliere la blockchain ma non la criptovaluta

Londra dice no al Bitcoin come riserva nazionale. Mentre gli Stati Uniti esplorano soluzioni cripto per le riserve sovrane, il Regno Unito sceglie un approccio più prudente, focalizzandosi sulla blockchain per innovare l’emissione del debito pubblico. Una strategia diversa, ma non meno ambiziosa.

A volte, dire “no” non significa essere contrari all’innovazione. Piuttosto, vuol dire volerla incanalare in un percorso strutturato, ragionato, in linea con le caratteristiche di un sistema finanziario che punta a evolversi senza rinunciare alla stabilità. È il caso del Regno Unito, che ha recentemente rifiutato l’ipotesi di integrare Bitcoin nelle proprie riserve nazionali, segnando così una distanza dalla posizione, più aperta, di altri paesi come gli Stati Uniti.

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Bitcoin escluso dalle riserve UK: ecco 3 motivi per cui Londra potrebbe scegliere la blockchain ma non la criptovaluta – crypto.it

La scelta arriva in un momento in cui il dibattito globale sulla legittimità delle criptovalute come risorse di bilancio si fa sempre più acceso. E mentre alcuni vedono nel Bitcoin una copertura contro l’inflazione o un’alternativa al dollaro, il governo britannico preferisce puntare su innovazioni tecnologiche compatibili con l’infrastruttura normativa esistente.

Bitcoin fuori dalle riserve, ma la blockchain entra nel debito sovrano

Durante il Digital Asset Summit organizzato dal Financial Times a Londra il 6 maggio 2025, Emma Reynolds, Segretario Economico al Tesoro del Regno Unito, ha dichiarato apertamente che il paese non adotterà Bitcoin come riserva nazionale, perché “non sarebbe appropriato per il nostro mercato”. A riportarlo è Bitcoin Magazine, che sottolinea come il governo preferisca strategie più coerenti con la propria struttura finanziaria.

Tuttavia, Reynolds ha annunciato anche una svolta importante in chiave tecnologica: il Regno Unito sta valutando l’utilizzo della blockchain per l’emissione di debito pubblico, con l’obiettivo di aumentare trasparenza, efficienza e tracciabilità. Una mossa che conferma l’interesse britannico per le potenzialità del registro distribuito, pur senza adottare asset volatili come Bitcoin nei bilanci sovrani.

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Bitcoin fuori dalle riserve, ma la blockchain entra nel debito sovrano – crypto.it

In parallelo, Londra ha escluso l’adesione al quadro regolatorio europeo MiCA, preferendo sviluppare una normativa nazionale basata sul rischio, in modo da offrire un ambiente regolato ma favorevole all’innovazione nel settore cripto. Come riporta Decrypt.co, la strategia è quella di trattare gli asset digitali con le stesse logiche delle istituzioni finanziarie tradizionali, garantendo standard di sicurezza elevati.

Collaborazione con gli USA e priorità alla regolamentazione

Nonostante la divergenza sulla riserva Bitcoin, il Regno Unito non si isola. Emma Reynolds ha confermato l’istituzione di un gruppo di lavoro congiunto con gli Stati Uniti per esplorare congiuntamente le sfide regolatorie degli asset digitali. È previsto un forum bilaterale nel mese di giugno, dove verranno condivise strategie normative, con l’obiettivo di coordinare politiche comuni e ridurre il rischio di arbitraggio normativo.

Inoltre, il governo britannico sta monitorando con attenzione i primi casi di adozione del Bitcoin come riserva in America Latina e in alcune giurisdizioni USA, ma senza cedere alle pressioni mediatiche. Secondo quanto riportato da CoinEdition, Londra vuole costruire un “ecosistema regolato, resiliente e scalabile” per le criptovalute, senza compromettere la propria reputazione di centro finanziario stabile.

Il messaggio è chiaro: la porta all’innovazione è aperta, ma l’ingresso deve essere regolato, sicuro e in linea con la tradizione di affidabilità e trasparenza che ha reso la City uno dei pilastri della finanza globale. E se Bitcoin resterà fuori dalle riserve, non è detto che resti fuori dai piani strategici del Regno Unito.

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