Identità digitale, riconoscimento biometrico e criptovalute: il progetto Worldcoin di Sam Altman torna a far discutere. Dopo l’espansione negli Stati Uniti, arriva lo stop dell’Indonesia per violazioni normative. E intanto si accendono nuove polemiche sulla tutela dei dati sensibili.
In un mondo sempre più interconnesso, l’identità digitale si sta affermando come una delle nuove frontiere dell’innovazione. E proprio qui si inserisce Worldcoin, il controverso progetto co-fondato da Sam Altman, CEO di OpenAI, che mira a creare un sistema globale di identità tramite la scansione dell’iride. Un’idea ambiziosa che, però, sta incontrando crescenti ostacoli regolatori. L’ultimo in ordine di tempo? La sospensione da parte del governo indonesiano, decisa a seguito di irregolarità nei permessi e di timori per la privacy dei dati biometrici.

Il dibattito è acceso, e le autorità di tutto il mondo osservano con attenzione. Perché quando si tocca il nodo tra innovazione tecnologica e diritti fondamentali, il confine tra futuro e rischio si fa sottile.
Indonesia blocca Worldcoin: mancanza di permessi e dati sensibili nel mirino
Il Ministero delle Comunicazioni e del Digitale dell’Indonesia ha ufficialmente sospeso le attività di Worldcoin nel Paese. Secondo quanto riportato da Cointelegraph, il motivo principale risiederebbe nella mancata registrazione legale dell’operatore locale, la società PT Terang Bulan Abadi. Le operazioni sarebbero state condotte utilizzando impropriamente il certificato di un’altra entità, PT Sandina Abadi Nusantara, violando così le normative locali sul trattamento dei dati digitali.
Un provvedimento, ha spiegato Alexander Sabar, Direttore Generale per la Supervisione Digitale, adottato per tutelare i cittadini da rischi legati alla raccolta di informazioni biometriche. Il blocco rappresenta una delle prime azioni ufficiali concrete in Asia contro il progetto Worldcoin e solleva interrogativi più ampi sul tema della sorveglianza tecnologica e della conformità ai regolamenti sulla protezione dei dati personali.

D’altra parte, Worldcoin è già stata oggetto di sospensioni simili in Kenya, dove il governo ha ordinato la cancellazione dei dati raccolti, e di indagini in Francia, Germania e Hong Kong. In ogni caso, il tratto comune è uno solo: la preoccupazione per l’uso dei dati biometrici su larga scala e la gestione della sicurezza digitale dei cittadini.
Espansione negli USA e strategia di Worldcoin: tra ambizioni globali e ostacoli locali
Paradossalmente, mentre in Asia si interrompe l’attività, Worldcoin espande le sue operazioni negli Stati Uniti. Come riportato da CryptoSlate, il progetto è stato recentemente lanciato in sei nuove città americane: Atlanta, Austin, Los Angeles, Miami, Nashville e San Francisco. In questi centri è ora possibile accedere alla registrazione World ID tramite gli Orb, i dispositivi per la scansione dell’iride utilizzati per certificare l’identità degli utenti.
Secondo i portavoce di Tools for Humanity, la società dietro Worldcoin, la sospensione in Indonesia è una misura volontaria, finalizzata a chiarire i termini legali e a ristabilire la piena conformità normativa. Lo stesso gruppo ha sottolineato di voler lavorare in modo trasparente con le autorità locali, per garantire un’implementazione sicura del progetto.
Il CEO Sam Altman ha sempre dichiarato che l’adozione della blockchain per l’identità personale è destinata a cambiare il rapporto tra individui e servizi digitali. Ma l’esperienza indonesiana mostra quanto questa trasformazione non possa prescindere da un quadro normativo chiaro, soprattutto quando si tratta di biometria, privacy e sovranità dei dati.
In un mondo che guarda sempre più alla verifica decentralizzata, casi come quello di Worldcoin evidenziano come l’innovazione debba camminare di pari passo con la trasparenza e la legittimità. E soprattutto, con la fiducia.