Cosa succede se l’unico sostegno che ricevi dopo la morte di un familiare rischia di essere pignorato? Ci sono regole precise che proteggono la pensione di reversibilità, ma non sempre le cose sono come sembrano. Attenzione ai dettagli: tutto dipende da chi ha contratto i debiti e da come viene calcolata la parte davvero pignorabile.
Prima di arrenderti all’idea che non puoi fare nulla, leggi attentamente. Il confine tra ciò che è sicuro e ciò che può essere trattenuto è molto più sottile di quanto pensi. E riguarda proprio la tua pensione di reversibilità.

Quando arriva una pensione legata alla perdita di una persona cara, è naturale considerarla come una sicurezza. Ma cosa accade se entrano in gioco vecchi debiti o pendenze personali? Le domande iniziano a moltiplicarsi. Si può davvero pignorare quella somma? O esistono dei limiti invalicabili? Quello che spesso manca è una spiegazione chiara, che aiuti chi vive questa situazione a capire quali sono i propri diritti, senza trovarsi spiazzato da comunicazioni improvvise o trattenute inaspettate.
La pensione di reversibilità viene concessa ai familiari del defunto e non dipende dalla successione. Ma questo non significa che sia sempre al riparo dal pignoramento. Serve chiarezza e qualche informazione in più, specialmente se si rischia di perdere una parte di ciò che rappresenta, per molti, l’unica entrata mensile.
Quando e quanto si può pignorare una pensione di reversibilità
La regola generale è che tutte le pensioni possono essere pignorate, ma entro certi limiti. E anche la pensione di reversibilità segue queste regole. Prima di tutto, bisogna considerare il cosiddetto minimo vitale, cioè la somma che nessuno può toccare: equivale al doppio dell’assegno sociale, oggi poco più di 1.076 euro. Se la pensione non supera questa soglia, è completamente impignorabile.

Ma se l’importo è superiore, la parte eccedente può essere pignorata fino a un massimo di un quinto, cioè il 20%. Facciamo un esempio: se ricevi 2.000 euro, tolti i 1.076 euro protetti, si può pignorare il 20% di 924 euro. E il pignoramento non è uguale per tutti: se a procedere è l’Agenzia delle Entrate, le percentuali cambiano in base all’importo.
Importante è anche capire da dove proviene il debito. Se si tratta di debiti del defunto e l’erede ha rinunciato all’eredità, allora nessun creditore può toccare la pensione. Infatti, la reversibilità si riceve come diritto a sé, non come parte dell’eredità. Ma se i debiti sono personali del percettore, allora sì, la pensione può essere pignorata.
Come evitare brutte sorprese e difendere i propri diritti
Spesso la paura nasce dalla disinformazione. Parlare con un patronato o richiedere chiarimenti all’INPS può aiutare a capire se ci sono trattenute in corso o rischi imminenti. Molti non sanno che la pensione di reversibilità si può continuare a ricevere anche rinunciando all’eredità, e questo può fare la differenza quando ci sono debiti del defunto.
Proteggere questa pensione è possibile, ma richiede attenzione. Conoscere i propri diritti è il primo passo per evitare brutte sorprese.