Yardeni controcorrente: 4 segnali economici che farebbero sperare in una ripresa USA più vicina

Negli ultimi mesi, alcuni indicatori economici hanno sorpreso in positivo, portando esperti come Ed Yardeni a rivedere le probabilità di una recessione USA. Ma se da un lato la fiducia degli investitori migliora, dall’altro gli indicatori di mercato lanciano segnali ancora contrastanti. Ecco cosa osservare adesso.

Quando si parla di recessione negli Stati Uniti, la narrativa dominante tende a oscillare tra catastrofismo e ottimismo, alimentata da dati macroeconomici spesso contrastanti. Tuttavia, secondo Ed Yardeni, presidente di Yardeni Research, l’economia americana potrebbe non solo evitare una contrazione economica nel breve termine, ma trovarsi già in una fase iniziale di ripresa ciclica, dopo aver attraversato un periodo di rallentamento più contenuto del previsto.

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Yardeni controcorrente: 4 segnali economici che farebbero sperare in una ripresa USA più vicina – crypto.it

A sostegno di questa ipotesi, Yardeni ha recentemente abbassato la propria probabilità soggettiva di recessione al 35%, in calo dal 45% precedente. La revisione si basa su un mix di fattori macroeconomici positivi: mercato del lavoro resiliente, aumento degli indicatori coincidenti, solidità del settore dei servizi e una buona tenuta dei consumi privati, nonostante i tassi d’interesse elevati e l’inflazione ancora non del tutto rientrata.

Spread dei Treasury e segnali tecnici: che dicono davvero i numeri?

Se le opinioni possono divergere, i numeri raccontano un’altra parte della storia. Un indicatore particolarmente seguito per valutare il rischio recessivo è lo spread tra i Treasury USA a 10 anni e i Treasury a 3 mesi. Secondo i dati aggiornati al 4 aprile 2025, lo spread è a -0,0240, valore negativo che segnala una curva dei rendimenti invertita. Questo elemento, noto per la sua capacità predittiva, implica una probabilità del 30,2% di recessione entro marzo 2026, secondo un modello sviluppato sulla base di dati storici dal 1959 al 2009.

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Spread dei Treasury e segnali tecnici: che dicono davvero i numeri? – crypto.it

Una curva invertita è generalmente interpretata come un segnale di avvertimento. Nella maggior parte dei casi dal dopoguerra, questa configurazione ha preceduto effettivamente una recessione economica. Tuttavia, l’entità e la durata dell’inversione contano: e secondo Yardeni, finché l’inflazione resta sotto controllo e il mercato del lavoro USAregge, non è detto che questa volta segua lo stesso copione.

Le incognite geopolitiche e i rischi da non trascurare

Accanto ai dati macroeconomici, pesano anche le variabili geopolitiche e le politiche commerciali. Le politiche protezionistiche statunitensi, in particolare quelle promosse dalla precedente amministrazione Trump e in parte riaffiorate nel dibattito del 2025, hanno contribuito ad aumentare l’incertezza. Yardeni ha infatti rivisto al ribasso il suo target sull’S&P 500 per la fine del 2025 da 7.000 a 6.400 punti, proprio per incorporare questi rischi politici e fiscali.

Alcuni analisti condividono un approccio più prudente. Come riportato da MarketWatch e Investing.com, il rallentamento dell’attività manifatturiera e la flessione della fiducia dei consumatori continuano a rappresentare fragilità strutturali. L’indice PMI manifatturiero, per esempio, si è attestato sotto quota 50 anche nel mese di aprile, evidenziando una contrazione in atto.

Tutti questi elementi rendono l’attuale fase economica degli Stati Uniti particolarmente interessante da osservare. Gli occhi sono puntati sui prossimi dati macro, sulle mosse della Federal Reserve e sulle reazioni dei mercati. Capire se il peggio è davvero alle spalle o se si tratta solo di una tregua temporanea potrebbe fare la differenza nelle scelte di investimento dei prossimi mesi.

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