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Dividendi oltre il 10% e P/E ai minimi: le 6 banche italiane con beta alto che potrebbero avere ancora margini di rivalutazione

Pubblicato da
Pasquale Antoniacci

Con un rapporto prezzo/utili (P/E) inferiore a 10 e un beta superiore a 1, sei banche italiane si distinguono per una combinazione rara: sono potenzialmente sottovalutate e tendono ad amplificare i movimenti dell’indice FTSE MIB. Le analisi aggiornate degli esperti aiutano a capire se si tratta davvero di occasioni da cogliere.

Quando si parla di titoli bancari italiani, il primo parametro che molti investitori osservano è il P/E: un valore inferiore a 10 suggerisce che un’azione possa essere sottovalutata rispetto ai suoi utili. Ma se a questo si aggiunge un beta elevato, che segnala una maggiore volatilità positiva nei momenti di rialzo dell’indice di riferimento, allora si entra nel territorio delle opportunità. In questo scenario si distinguono sei società del comparto bancario: BPER Banca, Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco BPM, Banca Monte dei Paschi di Siena e Banca Popolare di Sondrio.

Dividendi oltre il 10% e P/E ai minimi: le 6 banche italiane con beta alto che potrebbero avere ancora margini di rivalutazione – crypto.it

A queste si aggiunge anche Banco Desio e Brianza, anch’essa sottovalutata per multipli (P/E 8,09 e P/BV 0,70), ma attualmente non coperta dalle raccomandazioni degli analisti, fattore che ne limita la visibilità tra gli investitori istituzionali.

Valutazioni, prezzo obiettivo e potenziale di rivalutazione

In cima alla classifica per potenziale di rivalutazione troviamo BPER Banca, con un prezzo obiettivo medio di 8,34 €contro una quotazione attuale di circa 7,31 €, che implica un upside del +14,03%. Il target massimo (10,10 €) alza ulteriormente le aspettative. La raccomandazione media su BPER è “Buy” (fonte: MarketScreener).

Intesa Sanpaolo segue con un potenziale di crescita del +7,95%, basato su un prezzo obiettivo medio di 5,13 € contro un prezzo attuale di 4,75 €. La banca è seguita da 20 analisti, con giudizi orientati verso l’acquisto.

Più prudente la posizione su UniCredit, attualmente a 49,76 € ma con un prezzo obiettivo medio leggermente più basso, a 49 €, che implicherebbe un lieve downside. Tuttavia, il prezzo massimo stimato dagli analisti (57 €) lascia spazio a un possibile apprezzamento di oltre il +14%. La raccomandazione è “Accumulate”.

Valutazioni, prezzo obiettivo e potenziale di rivalutazione – crypto.it

Anche Banco BPM (prezzo attuale: 9,99 €, target medio: 9,82 €) e Banca MPS (7,58 € contro un target medio di 7,51 €) sono considerate vicine ai rispettivi valori obiettivo medi, ma entrambe mostrano target massimi (11,75 € per BPM e 9 € per MPS) che lasciano intravedere un potenziale di rialzo rispettivamente del +17,6% e del +18,7%. Le raccomandazioni per entrambi i titoli sono prevalentemente “Accumulate”.

Chiude l’analisi Banca Popolare di Sondrio, attualmente a 11,27 €, con un prezzo obiettivo medio di 10,65 €, dunque leggermente sopravvalutata. Tuttavia, il target massimo di 12,30 € resta interessante per chi punta a medio termine. La raccomandazione prevalente è “Hold”, riflettendo una posizione neutrale.

RedditivitĂ , volatilitĂ  e dividendi: parametri a confronto

Dal punto di vista della redditività, il ROE più alto è quello di Banca Monte dei Paschi di Siena (16,75%), seguita da UniCredit (15,56%) e BPER (12,35%). Questi numeri rafforzano l’idea che le valutazioni basse non siano frutto di fondamentali deboli, ma piuttosto di un mercato prudente.

Quanto al rendimento da dividendo, spiccano MPS con un 11,35% e Banco BPM con il 10,01%, valori molto sopra la media di settore e che rafforzano la componente di ritorno totale per l’investitore. Anche BPER e Intesa offrono rendimenti superiori all’8%.

Dal punto di vista del beta, tutte le azioni considerate hanno valori superiori a 1, con MPS (1,55) e BPER (1,50) in testa. Questo significa che, in fasi di rialzo dell’indice, tendono ad amplificare i movimenti, risultando più interessanti per chi ha un profilo dinamico.

In sintesi, i titoli bancari italiani con P/E inferiore a 10 e beta elevato offrono oggi una combinazione potenzialmente rara: valutazioni convenienti, alti dividendi e visibilitĂ  presso gli analisti. La selezione resta fondamentale per bilanciare rendimento e rischio.

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