Le regole disciplinanti lo stato di disoccupazione anche per le Partita IVA sono contenute nel Jobs Act.
Per capire se chi lavora come autonomo con Partita IVA ha diritto alla disoccupazione bisogna far riferimento all’articolo 19 del Decreto Legislativo numero 150/2015 sullo Stato di disoccupazione.

Essere Partita IVA presenta degli svantaggi palesi che da sempre i lavoratori autonomi lamentano. Oltre le tasse elevate in regime ordinario citiamo una gestione della contabilità più complessa, le ferie non retribuite, l’assenza di giorni di malattia retribuiti e del Trattamento di Fine Rapporto. Chi ha la Partita IVA si sente spesso un lavoratore di serie B, poco tutelato dal Governo. Gli aiuti economici, infatti, vertono quasi sempre a sostegno dei lavoratori dipendenti.
Basta dare uno sguardo alle Leggi di Bilancio per trovare numerose misure rivolte ai dipendenti mentre le azioni in sostegno degli autonomi sono poche se non nulle. Un dubbio che riguarda molti lavoratori con Partita IVA riguarda la disoccupazione. Già non ci son ferie né malattia né TFR, e la disoccupazione come funziona e quando spetta? Nel Jobs Act si legge che il diritto alla NASPI e alla DIS-COLL spetta anche alle Partite IVA ma ad alcune condizioni.
Disoccupazione per chi ha la Partita IVA: le regole
Secondo il regolamento sullo stato di disoccupazione il diritto alla NASPI e alla DIS-COLL è legato al limite annuo di reddito. Nello specifico la disoccupazione è concessa a condizione che i redditi da lavoro siano esigui ossia entro 8.500 euro per attività di lavoro subordinato o parasubordinato ed entro i 5.500 euro per redditi da lavoro autonomo.

Significa che chi svolge attività da lavoro autonomo e rientra in questi limiti reddituali potrà chiedere la disoccupazione. C’è, poi, una nota Ministeriale da conoscere, la numero 2866 del 6 febbraio 2016. Questa stabilisce che i titolari di Partita IVA non movimentata nei dodici mesi precedenti la presentazione della DID possono essere considerati privi di impiego. Per comprovare la propria situazione lavorativa bisognerà chiedere ai Centri per l’Impiego il modello C2 storico oppure compilare un’autocertificazione per dichiarare lo stato di disoccupazione rispettando i requisiti normativi.
Certificando lo stato di disoccupazione sarà possibile ottenere sussidi e tutele diverse in base alla tipologia dell’ultimo contratto di lavoro. La NASPI e la DIS-COLL sono tra questi aiuti che si possono ricevere. I lavoratori autonomi in difficoltà possono contare anche sull’indennità ISCRO dedicata agli iscritti alla Gestione Separata (la domanda potrà essere inoltrata dal 1° agosto). Requisiti da soddisfare sono un reddito da lavoro autonomo sotto i 12 mila euro con calo minimo del 70% rispetto la media del triennio precedente.