Pensione di reversibilità e debiti del coniuge: attenzione a questa scelta che può cambiare tutto. Anche con la separazione dei beni, la decisione che prendi dopo un lutto può avere effetti economici molto importanti.
Ricevere una pensione non significa accettare tutto il resto, ma c’è un dettaglio spesso trascurato che può farti trovare coinvolto nei debiti lasciati dal partner. Vale davvero la pena saperlo prima di muoversi.

Quando si perde una persona amata, soprattutto il coniuge, è facile sentirsi smarriti. Il dolore prende il sopravvento e pensare agli aspetti burocratici ed economici può sembrare secondario. Ma ci sono situazioni in cui è meglio non rimandare troppo. È il caso, per esempio, della pensione di reversibilità, un aiuto concreto e importante che spetta al coniuge superstite. E fin qui tutto bene. Ma cosa succede se la persona deceduta aveva dei debiti? E se il matrimonio era in separazione dei beni?
In tanti pensano che questo regime patrimoniale protegga automaticamente da ogni responsabilità. In parte è vero: durante la vita di entrambi, ognuno resta responsabile solo delle proprie obbligazioni. Ma alla morte di uno dei due, cambia tutto. Se si decide di accettare l’eredità, si ereditano anche i debiti. Sì, proprio così: chi accetta l’eredità di un coniuge, accetta anche eventuali passività. La separazione dei beni non mette al riparo da questo tipo di rischio.
La pensione di reversibilità non comporta obblighi verso i debiti del defunto
Una cosa però è certa: ricevere la pensione di reversibilità non significa ereditare anche i debiti. Questo perché la pensione è un diritto previdenziale autonomo, non fa parte dell’eredità. Viene riconosciuta al coniuge superstite sulla base della posizione assicurativa del defunto, e non è legata al patrimonio. Nemmeno il regime di separazione dei beni incide su questo diritto. Quindi, anche se si rinuncia all’eredità, si può continuare a percepire la pensione.

Eppure, la questione diventa delicata se, oltre alla pensione, si accettano anche i beni ereditari. A quel punto entrano in gioco eventuali debiti. Se il defunto aveva lasciato mutui, finanziamenti, cartelle esattoriali o altri impegni economici, chi accetta l’eredità ne diventa responsabile. L’unico modo per evitarlo è la rinuncia all’eredità oppure l’accettazione con beneficio d’inventario. Quest’ultima è una forma di tutela: permette di ricevere l’eredità, ma rispondere dei debiti solo nei limiti di quanto ricevuto.
Un altro aspetto poco noto è che anche compiere certi atti, come svuotare un conto cointestato o utilizzare beni del defunto, può essere considerato accettazione tacita dell’eredità. Per questo, prima di fare qualsiasi passo, è fondamentale informarsi. Una consulenza con un notaio o un esperto in diritto successorio può aiutare a capire come muoversi senza rischiare.
Quando la separazione dei beni non basta a proteggere dal passato del partner
La separazione dei beni è spesso scelta per tutelare il proprio patrimonio, ma non rappresenta una garanzia assoluta. Finché entrambi sono vivi, protegge i coniugi da responsabilità economiche reciproche. Ma se uno dei due muore, e l’altro decide di accettarne l’eredità, allora quella protezione svanisce.
È per questo che la pensione di reversibilità, in sé, non è un problema. Il rischio nasce solo quando si agisce sull’eredità senza valutare bene il quadro economico complessivo. E non è raro che una persona, nel momento del dolore, compia gesti che possono trasformarsi in accettazioni tacite. Basta davvero poco, e a volte non si può più tornare indietro.
Conviene quindi agire con attenzione, prendersi il tempo necessario per valutare, e fare la scelta più adatta alla situazione. La pensione di reversibilità resta un diritto solido, che non comporta responsabilità per i debiti. Ma quando si apre una successione, è bene non agire d’impulso. Una scelta ponderata può fare la differenza tra una nuova serenità o complicazioni difficili da risolvere.