Cosa succede davvero se chiedi la NASpI e hai l’invalidità

 Ti sei mai chiesto cosa succede se perdi il lavoro e, nello stesso momento, convivi con una disabilità che limita la tua capacità di lavorare? Non è solo una questione economica, ma anche di dignità. In questi casi, scegliere bene tra NASpI e assegno di invalidità può fare la differenza tra una nuova partenza e un ulteriore ostacolo. Ma la scelta non è così semplice come sembra.

Alessandro ha cinquant’anni, una famiglia da mantenere e una malattia cronica che da tempo lo costringe a limitare i movimenti. Quando l’azienda in cui lavorava lo licenzia, si sente perso. Il medico del lavoro ha certificato la sua inidoneità alla mansione, e il datore non ha trovato altre posizioni compatibili.

Cliente con un consulente
Cosa succede davvero se chiedi la NASpI e hai l’invalidità-crypto.it

Così, si è arrivati al licenziamento. Non per sua scelta, ma per necessità. In mezzo al caos delle carte e delle scadenze, Alessandro fa una cosa giusta: si rivolge al patronato.

Lì trova qualcuno che lo ascolta davvero. Gli spiegano che ha diritto a due prestazioni, ma non contemporaneamente. Da una parte c’è la NASpI, l’indennità di disoccupazione; dall’altra c’è l’assegno ordinario di invalidità, previsto per chi ha una ridotta capacità lavorativa riconosciuta dall’INPS. Alessandro, confuso, chiede: “Ma posso prenderle tutte e due?”. La risposta è chiara: no.

Quando si può richiedere NASpI e quando l’assegno di invalidità

La NASpI è pensata per chi perde il lavoro in modo involontario. Ha una durata massima di 24 mesi, e il suo importo dipende dai contributi versati. Ma prevede che il beneficiario sia disponibile a cercare un nuovo impiego. In sostanza, è una misura temporanea di sostegno mentre si cerca una nuova occupazione.

Persona che fa dei calcoli
Quando si può richiedere NASpI e quando l’assegno di invalidità-crypto.it

L’assegno ordinario di invalidità, invece, è destinato a chi ha una capacità lavorativa ridotta a meno di un terzo. È una prestazione che dura tre anni ed è rinnovabile. Non è legata alla perdita del lavoro, ma allo stato di salute. Può accompagnare il lavoratore anche mentre lavora, ma è incompatibile con la NASpI. Le due prestazioni si escludono a vicenda. Non per punire chi è in difficoltà, ma perché partono da presupposti opposti.

La legge, e la recente ordinanza della Cassazione n. 4724/2025, conferma che NASpI e assegno di invalidità non sono cumulabili. Ma la buona notizia è che il lavoratore può scegliere. Si chiama “diritto di opzione”. E non ha una scadenza: può essere esercitato anche in un secondo momento, finché non interviene la prescrizione del diritto.

Cosa ha fatto Alessandro e perché è importante non decidere da soli

Grazie all’aiuto del patronato, Alessandro ha potuto riflettere. Se avesse scelto la NASpI, avrebbe avuto un sostegno temporaneo, ma poi? Con le sue condizioni, trovare un nuovo impiego non era semplice. Così ha optato per l’assegno di invalidità, una scelta più stabile, in linea con la sua situazione attuale.

Questa storia insegna che ogni caso è diverso, e che scegliere tra NASpI e assegno di invalidità non è solo una questione di importi. È una scelta che tocca il futuro.

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