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Il lusso made in Italy tiene duro: ecco chi sta guadagnando davvero nel 2025 secondo gli esperti

Pubblicato da
Pasquale Antoniacci

Il settore del lusso italiano resiste a un contesto globale incerto e si distingue per solidità e visione strategica. I recenti dati trimestrali di Brunello Cucinelli e Moncler, due colossi quotati a Piazza Affari, offrono uno spaccato interessante sul presente e il futuro di un comparto che continua a esercitare fascino sui mercati, anche se con performance differenziate. Gli analisti restano fiduciosi, ma il mercato guarda con attenzione a margini, aree geografiche e posizionamento.

C’è qualcosa di affascinante nel modo in cui il lusso italiano riesce a coniugare artigianalità, innovazione e internazionalizzazione. Ma oggi, più che mai, questo equilibrio è messo alla prova da un contesto segnato da tensioni geopolitiche, rallentamento della domanda asiatica e pressioni inflazionistiche.

Il lusso made in Italy come si sta comportando in un contesto turbolento? – crypto.it

Eppure, le ultime trimestrali pubblicate da Brunello Cucinelli e Moncler mostrano come le strategie siano diverse, ma entrambe puntino alla solidità e alla crescita selettiva. Una fotografia nitida di come il settore del lusso italiano si stia adattando a uno scenario in continuo mutamento, senza rinunciare alla propria identità.

Brunello Cucinelli: il lusso “gentile” continua a crescere

Il gruppo umbro guidato dall’imprenditore-filosofo ha chiuso il primo trimestre del 2025 con ricavi per 341,5 milioni €, in aumento del +10,5% a cambi correnti e del +10% a cambi costanti rispetto allo stesso periodo del 2024. La crescita è stata bilanciata in tutte le aree geografiche: Americhe +10,3%, Europa +10,1%, Asia +11,3%. Secondo il comunicato ufficiale, l’azienda conferma le previsioni di una crescita intorno al +10% per l’intero esercizio, ribadendo la propria fiducia in uno scenario “esigente ma ricettivo”.

Gli analisti guardano con favore a questo posizionamento. Secondo Marketscreener, il prezzo obiettivo medio per il titolo è di 116,23 €, ben al di sopra dell’attuale quotazione di circa 95,88 €, con un potenziale upside del +21,22%. Il target massimo indicato è di 136 €, mentre quello minimo si attesta a 64 €. Il consenso prevalente è di tipo “accumulate”, con una visione strategica orientata al lungo termine.

Per Brunello Cucinelli si prospetta una crescita a doppia cifra – crypto.it

La qualità dell’offerta, unita a una gestione prudente e lungimirante, continua quindi a rendere Brunello Cucinelli un caso di scuola per il lusso italiano autentico, capace di distinguersi anche in fasi di turbolenza economica.

Moncler: strategia brand-first in un contesto più sfidante

Diversa ma altrettanto significativa la situazione per Moncler, che ha registrato ricavi consolidati per 829 milioni €nel primo trimestre 2025, in crescita dell’1% a cambi costanti rispetto agli 818 milioni € dello stesso periodo del 2024. Un dato che riflette la difficoltà di replicare i livelli record raggiunti l’anno precedente, ma anche l’efficacia della strategia orientata alla protezione del marchio e al consolidamento dell’identità.

Il presidente e CEO Remo Ruffini ha sottolineato come il gruppo stia affrontando “complessità macroeconomiche e geopolitiche” con grande disciplina operativa, e come il canale DTC (direct to consumer) stia mostrando segnali incoraggianti per entrambi i brand, Moncler e Stone Island.

Anche in questo caso, il parere degli analisti resta positivo. Soldionline.it riporta raccomandazioni recenti che suggeriscono di “accumulare” il titolo, mentre Marketscreener indica un prezzo obiettivo medio di 64,30 €, rispetto ai circa 54,72 € attuali. Il target massimo stimato è di 75 €, quello minimo di 47,50 €, con un potenziale rialzo del +17,51%.

In un mercato in cui la differenza tra percezione e valore reale è sempre più sottile, Moncler si conferma un player solido, capace di adattarsi mantenendo alta l’attenzione sul proprio posizionamento distintivo. E forse, è proprio qui che il lusso italiano può ancora dire la sua.

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