Richiedere un mutuo per lavori nella propria abitazione principale non garantisce automaticamente il diritto a detrarre gli interessi. Molti contribuenti scoprono solo dopo la stipula che la normativa distingue nettamente tra prestiti per l’acquisto e finanziamenti destinati ai lavori edilizi.
Quando si interviene sulla prima casa, le agevolazioni fiscali cambiano in base alla finalità del mutuo, alla titolarità dell’immobile e alle regole che disciplinano la ristrutturazione edilizia.
Le detrazioni oggi vigenti, la soglia dei 96mila euro, la possibile proroga prevista nella Legge di Bilancio e le modalità operative, come l’uso del bonifico parlante, definiscono il quadro fiscale con cui ogni proprietario deve fare i conti.
Molti proprietari pensano che, trattandosi della prima casa, ogni mutuo collegato all’immobile consenta di recuperare una parte degli interessi passivi. In realtà la normativa è molto rigorosa: la detrazione sugli interessi spetta esclusivamente se il mutuo ha come finalità l’acquisto dell’abitazione principale. Quando invece il finanziamento serve a coprire le spese di ristrutturazione, non esiste alcun beneficio fiscale sugli interessi pagati alla banca, indipendentemente dal fatto che l’immobile sia già adibito ad abitazione principale.
A oggi, il 50% rappresenta l’aliquota ordinaria per i lavori sulla prima casa. In assenza di modifiche, dovrebbe scendere al 36% dal 2026, ma il testo della Legge di Bilancio attualmente in discussione prevede la proroga con le stesse condizioni. Chi esegue gli interventi oggi, quindi, può contare su una cornice normativa stabile.
Il contribuente deve però rispettare un requisito fondamentale: essere proprietario dell’immobile o titolare di un diritto reale di godimento. Nel caso in cui questo requisito manchi, il bonus si riduce e si applica l’aliquota prevista per le abitazioni diverse dalla prima casa, cioè il 36% su un massimale che resta comunque pari a 96.000 euro.
Le domande più frequenti riguardano: come ottenere la detrazione, quali documenti servono, come compilare il bonifico parlante e che cosa succede se il mutuo copre solo una parte dei lavori. La regola non cambia: si può detrarre esclusivamente ciò che si paga con le modalità richieste e che rientra tra le spese ammesse. L’Agenzia delle Entrate, nella sua guida aggiornata, indica tutte le procedure per non perdere il diritto all’agevolazione, incluse le caratteristiche del bonifico e la documentazione da conservare. Quindi, prima di chiedere un mutuo per ristrutturazione di un immobile, è fondamentale verificare gli aggiornamenti dell’Agenzia delle Entrate, e rivolgersi a personale specializzato.
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