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Criptovalute

Bitcoin sprofonda sotto 86.000$, DeFi in crisi e Fed nel mirino dei trader

Pubblicato da
Angelina Tortora

Bitcoin scivola sotto gli 86.000 dollari in un inizio dicembre dominato da tensioni sulla liquidità, scossoni nella DeFi e nuove incertezze macroeconomiche.

L’attacco al pool yETH di Yearn Finance ha innescato un’ondata di vendite che ha colpito l’intero comparto crypto, mentre i mercati restano in attesa delle decisioni della Fed. Strategy rivede le proprie stime e conferma la strategia di accumulo, alimentando il dibattito sulla sostenibilità delle grandi balene corporate.

Bitcoin sprofonda sotto 86.000$, DeFi in crisi e Fed nel mirino dei trader (Crypto.it

Il quadro resta fragile, il sentiment migliora sul fronte tassi, ma l’incidente DeFi riporta l’attenzione sul rischio sistemico. Bitcoin rimbalza verso i 92.000 dollari, ma la volatilità fa paura. Trader, investitori e osservatori si chiedono ora quali saranno gli effetti immediati sull’ecosistema digitale, quanto peseranno i deflussi dagli ETF spot e come evolverà la strategia delle big corporation che stanno puntando sull’oro digitale.

Bitcoin in picchiata: cosa è successo e perché il mercato ha reagito così violentemente

Il crollo sotto gli 86.000 dollari ha segnato il punto più critico di un mese già travagliato per Bitcoin, con una perdita superiore al 16% a novembre. La causa immediata è stata l’anomalia tecnica che ha colpito il pool yETH di Yearn Finance, dove un hacker ha sfruttato una vulnerabilità per generare una quantità artificiale di token yETH privi di reale copertura. In un pool DeFi l’equilibrio si basa sulla corrispondenza tra asset reali e token emessi; quando entrano in circolo token “falsi”, l’intero sistema perde coerenza e gli operatori scappano verso la liquidità.

Bitcoin in picchiata: cosa è successo e perché il mercato ha reagito così violentemente (Crypto.it)

Il mercato non ha impiegato molto a percepire la gravità dell’incidente, infatti, trader e investitori hanno iniziato a vendere o ritirare fondi, provocando un effetto domino che ha travolto Ethereum, XRP, Solana, Cardano, Polygon, mentre Dogecoin e $TRUMP hanno limitato le perdite pur restando condizionati dall’aumento della volatilità. La situazione si è posta al centro anche delle ricerche più frequenti degli utenti, spesso incentrate su quanto vale Bitcoin ora, perché crolla, come funziona un pool DeFi e cosa comporta un attacco informatico a un protocollo decentralizzato.

A complicare ulteriormente il quadro sono intervenuti i deflussi dagli ETF spot, un segnale di sfiducia istituzionale sottolineato da Filippo Diodovich di IG Italia, che ha parlato di “forte avversione al rischio” e di un possibile proseguimento del ciclo ribassista. Il successivo rimbalzo verso quota 92.000 dollari conferma però la natura estremamente reattiva e sensibile di Bitcoin rispetto alle variabili macro e finanziarie.

Tassi Fed, strategia di Strategy e impatto sul valore reale di Bitcoin

Sul fronte macroeconomico le aspettative sui tassi della Federal Reserve restano centrali. I trader stimano con un’87% di probabilità un taglio da 25 punti base nella riunione del 9–10 dicembre, un elemento che avrebbe potuto migliorare il sentiment globale. Tuttavia l’incidente DeFi ha sovrastato gli effetti positivi di questa attesa, riportando l’attenzione sulla fragilità dell’ecosistema digitale.

L’incertezza è aumentata ulteriormente dopo la dichiarazione di Donald Trump, che ha affermato di aver già individuato il futuro presidente della Fed, alimentando speculazioni su una possibile figura più accomodante, con ricadute immediate sulle dinamiche di prezzo delle criptovalute.

Sul lato corporate, Strategy ha annunciato una riserva da 1,44 miliardi di dollari destinata al sostegno dei dividendi sulle preferred stock, finanziata tramite la vendita di azioni ordinarie. Il gruppo ha rivisto al ribasso le stime per l’anno, con una forchetta di risultato netto compresa tra -5,5 miliardi e +6,3 miliardi, e un intervallo di prezzo previsto per Bitcoin tra 85.000 e 110.000 dollari. Rivisto anche l’obiettivo di rendimento BTC al 22%–26%.

Nonostante il crollo, Strategy ha proseguito la propria strategia di accumulo acquistando 130 BTC per 11,7 milioni di dollari, per un totale di 650.000 BTC detenuti a un costo medio di 74.436 dollari. Le mosse di Michael Saylor continuano a far discutere: la società è considerata una “balena corporate” e la sua insistenza nel comprare Bitcoin in un contesto di pressione ribassista alimenta timori e curiosità, mentre circolano rumor su possibili future vendite.

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