Le aspettative su una nuova svolta della Federal Reserve (FED) si intensificano e riportano gli investitori in modalità “attesa febbrile”. Le ultime dichiarazioni degli esperti hanno accelerato le scommesse su un taglio dei tassi già nel meeting di dicembre, mentre il dollaro resta sorprendentemente stabile.
Le parole dei funzionari della FED, la traiettoria dei tassi, la volatilità sul biglietto verde e la fragilità del mercato del lavoro entrano così in una fase di massima attenzione.
La narrativa accomodante, i movimenti del Fomc, le aspettative di decelerazione economica e l’impatto dei dati su vendite al dettaglio e indice dei prezzi alla produzione delineano un quadro in continua evoluzione. I mercati seguono ogni segnale, mentre cresce l’interesse per il possibile allentamento monetario, un tema che agita trader, analisti, investitori al dettaglio e osservatori del dollaro. Molti cercano risposte su cosa significhi un taglio dei tassi, su come influenzi valuta e rendimenti, su quali siano gli effetti immediati e su come orientarsi in una fase così incerta.
La probabilità di una riduzione del costo del denaro durante la riunione del Fomc del 9-10 dicembre torna a superare l’80%, un livello che solo pochi giorni fa risultava dimezzato. A riaccendere la fiammella dell’allentamento monetario intervengono le dichiarazioni di Christopher Waller, da sempre attento al legame tra mercato del lavoro e politica monetaria. Intervistato da Fox Business Network, il governatore sottolinea che l’attuale indebolimento dell’occupazione “giustifica un taglio dei tassi alla prossima riunione”, indicando la necessità di sostenere l’economia senza attendere nuovi segnali.
Sul fronte opposto, Generali Investments invita alla prudenza. Il blackout informativo legato allo shutdown e la scarsità di nuovi dati suggeriscono scenari meno lineari. Il senior economist Paolo Zanghieri definisce “50/50” la probabilità di un taglio immediato, aggiungendo che quattro riduzioni nel 2026 appaiono eccessive rispetto alla dinamica dell’inflazione. Una lettura che evidenzia come il contesto rimanga fragile e legato alla tenuta del mercato del lavoro: un peggioramento improvviso potrebbe aprire spazio a ulteriori stimoli.
Nonostante l’elevata probabilità di una sforbiciata a dicembre, il dollaro continua a oscillare in un range ristretto. L’attenzione resta puntata sulle pubblicazioni imminenti, a partire da vendite al dettaglio e indice dei prezzi alla produzione (PPI), parametri fondamentali per decifrare la traiettoria futura della Federal Reserve.
Secondo Eric Chia di Exness, la cautela domina lo scenario: il biglietto verde non registra un vero arretramento perché i trader attendono riscontri concreti prima di allinearsi a un’ipotesi di politica monetaria più morbida. Numeri più solidi sul fronte dei consumi o dei prezzi all’ingrosso potrebbero raffreddare le aspettative di un taglio imminente, sostenendo rendimenti e valuta. Al contrario, dati deboli confermerebbero la narrativa accomodante rilanciata dai funzionari Fed.
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