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Economia

TFR versato in fondo pensione, posso ritirare una parte dei soldi accumulati?

Pubblicato da
Angelina Tortora

La previdenza complementare consente di accedere, prima della pensione, a una parte del capitale accumulato tramite specifiche modalità. Il TFR versato nel fondo permette di accumulare contributi e ottenere un rendimento più alto. 

Nella fase di adesione a un fondo pensione molti risparmiatori si chiedono se il capitale versato rimanga “bloccato” fino alla pensione. In realtà la normativa sulla previdenza complementare prevede diversi casi in cui puoi recuperare una quota della posizione maturata, anche con possibilità di reintegro. Capire come funzionano anticipazioni e riscatti significa rispondere ai dubbi più frequenti: cosa puoi richiedere, quali limiti devi rispettare, quando ottieni il rimborso totale o parziale, come si differenziano le esigenze sanitarie dalle necessità abitative e perché la deducibilità dei contributi rappresenta un vantaggio rilevante già durante la fase di accumulo.

TFR versato in fondo pensione, posso ritirare una parte dei soldi accumulati? (Crypto.it)

Conoscere queste regole diventa decisivo anche per valutare il comportamento del TFR versato nel fondo e le sue possibilità di prelievo nel corso degli anni. La gestione consapevole di queste scelte influisce non solo sulla futura rendita, ma anche sulla protezione del nucleo familiare nei momenti più delicati.

Anticipazioni TFR: quando puoi richiedere parte del capitale e come funziona il reintegro

Le anticipazioni rappresentano uno strumento che consente all’iscritto di ottenere una parte del patrimonio senza uscire dal fondo pensione e mantenendo la possibilità di reinvestire in futuro ciò che ha prelevato. La misura risponde a tre esigenze principali. Le situazioni sanitarie gravi, che coinvolgono l’iscritto, il coniuge o i figli, permettono di ottenere in qualunque momento fino al 75% del capitale maturato, purché le terapie o gli interventi richiesti siano riconosciuti dalle strutture pubbliche competenti. Dopo otto anni di iscrizione si apre la possibilità di richiedere fino al 75% del montante anche per acquistare o ristrutturare la prima casa propria o dei figli, una soluzione spesso valutata per coprire spese importanti legate all’abitazione. Trascorsi sempre otto anni, si può accedere a un’anticipazione fino al 30% del capitale per qualsiasi altra esigenza personale, senza obbligo di giustificazione.

Anticipazioni TFR: quando puoi richiedere parte del capitale e come funziona il reintegro (Crypto.it)

Le regole consentono di richiedere più anticipazioni nel corso degli anni, ma la somma di tutte quelle erogate non può superare il limite complessivo del 75% della posizione individuale, calcolata includendo anche gli importi già ottenuti e non reintegrati. Questa flessibilità consente al risparmiatore di modulare il capitale a seconda delle necessità familiari, preservando comunque la continuità della propria previdenza complementare.

Un lettore chiede se può ritirare una parte del capitale pur avendo conferito anche il TFR nel fondo pensione. La risposta è sì: il TFR segue le stesse regole previste per la posizione individuale, quindi anche le somme provenienti dal trattamento di fine rapporto possono essere prelevate nei limiti e nei casi fissati per le anticipazioni. Chi ha versato il TFR può quindi chiedere un anticipo per spese sanitarie, per la prima casa dopo otto anni o per altre esigenze entro il 30% del montante, esattamente come per gli altri contributi.

TFR e fondo pensione, riscatti e deducibilità

Il riscatto permette di recuperare totalmente o parzialmente la posizione maturata quando intervengono eventi che impediscono la prosecuzione lavorativa o la permanenza nella forma pensionistica. Se l’iscritto si trova in stato di inoccupazione per almeno dodici mesi e non oltre quarantotto, oppure è in mobilità o cassa integrazione, può ottenere il 50% del capitale accumulato. Se l’inoccupazione supera i quarantotto mesi, il riscatto diventa totale. L’ordinamento consente inoltre di chiedere l’intero montante in caso di invalidità permanente con riduzione della capacità lavorativa a meno di un terzo, oppure, se il lavoratore muore prima della pensione, permette agli eredi o ai beneficiari di ricevere integralmente la posizione maturata. Il riscatto totale è previsto anche quando, secondo lo statuto o il regolamento del fondo, il lavoratore perde i requisiti necessari per partecipare.

Accanto a queste possibilità, la contribuzione al fondo pensione offre un importante vantaggio fiscale. I versamenti propri, quelli del datore di lavoro e la quota di TFR seguono regole distinte, ma i contributi, escluso il TFR, possono essere dedotti dal reddito fino a un massimo di 5.164,57 euro l’anno, indipendentemente dalla tipologia di reddito percepito. Chi non deduce interamente i versamenti deve comunicare al fondo, entro il 31 dicembre dell’anno successivo, l’importo non dedotto per evitare tassazioni future sulla parte di rendita o di capitale che deriva da tali contributi. La mancata comunicazione comporta l’applicazione delle imposte anche su queste quote, una penalizzazione facilmente evitabile con un semplice adempimento.

La normativa consente inoltre di dedurre i contributi versati per un familiare fiscalmente a carico. Se il familiare non riesce a sfruttare totalmente la deduzione, la parte residua può essere detratta da chi sostiene la spesa, con un vantaggio che si somma alla possibilità di pianificare in modo più efficiente il risparmio previdenziale del nucleo familiare.

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