Una domanda che sembra tecnica, ma che in realtà tocca la vita concreta di chi pensa al futuro, magari alla pensione o alla sicurezza dei figli. L’idea di bloccare dei soldi per vent’anni può spaventare, ma può anche rappresentare una scelta di stabilità, in un mondo dove tutto cambia velocemente. Non è una questione solo finanziaria: è anche psicologica.
Scommettere oggi su qualcosa che maturerà tra due decenni significa avere fiducia nel tempo. E, quando lo Stato italiano è l’emittente, significa anche fidarsi di un debitore solido.
Il fascino di questo titolo non sta tanto nelle cedole, quanto nella certezza del rimborso finale.
Molti guardano al BTP 2045 con curiosità e dubbio: è davvero un affare oppure un rischio sottovalutato? Capirlo non richiede formule complesse, ma solo uno sguardo onesto ai numeri.
Parlare di un investimento di lungo termine vuol dire uscire dalla logica del guadagno veloce. Il BTP è pensato per chi non ha fretta e vuole mettere da parte un capitale che cresca lentamente ma in modo sicuro. Con il tasso all’1,5% annuo, può sembrare poco attraente a prima vista. Ma è lo sconto di acquisto a rendere l’operazione interessante.
In un’epoca dove inflazione e incertezza dominano, ricevere un flusso costante per vent’anni e poi un rimborso certo diventa una forma di protezione. Bisogna però capire bene cosa si ottiene con quei 10.000 euro iniziali.
Con 10.000 euro si acquistano circa 15.770 euro di valore nominale del BTP 1,50% aprile 2045, dato il prezzo attuale di circa 63,44. Le cedole si calcolano su questo valore e ammontano a circa 236 euro lordi all’anno. Grazie alla tassazione agevolata del 12,5% prevista per i titoli di Stato, il netto annuale è di circa 207 euro. Ogni anno, per vent’anni, si riceve questo importo fisso, per un totale di circa 4.140 euro netti. Alla scadenza, lo Stato rimborsa l’intero valore nominale, cioè 15.770 euro. A fronte di un esborso iniziale di 10.000 euro, il guadagno in conto capitale supera i 5.700 euro. Sommando cedole e rimborso finale, si arriva a un rendimento netto annuo composto di circa il 4%.
Un dato che, confrontato con altri strumenti a basso rischio come i conti deposito (questi hanno durata media di 12 mesi), risulta decisamente competitivo.
Il vantaggio principale non sta tanto nella cedola in sé, quanto nel fatto che si paga oggi molto meno rispetto a quanto si riceverà alla fine.
Questo meccanismo consente di pianificare con precisione i flussi futuri, anche in presenza di turbolenze di mercato. Chi tiene il titolo fino alla scadenza evita ogni rischio di perdita e beneficia appieno del rendimento previsto.
Investire in un BTP a 20 anni richiede un approccio ben definito. È una scelta per chi ha orizzonti lunghi e non ha bisogno di liquidare l’investimento prima del tempo. Uno dei vantaggi più evidenti è la certezza del rimborso da parte dello Stato italiano, un emittente solido con una lunga storia di affidabilità. Inoltre, la tassazione agevolata rende il rendimento più favorevole rispetto ad altri strumenti soggetti al 26%. La gestione è semplice, accessibile anche tramite Poste Italiane o qualsiasi banca.
D’altra parte, ci sono elementi da considerare attentamente. Le cedole, seppur sicure, sono contenute rispetto al capitale investito.
La durata così estesa comporta una certa esposizione al rischio inflattivo. Nel corso di vent’anni, il potere d’acquisto delle cedole potrebbe diminuire sensibilmente. E se per qualsiasi motivo si dovesse vendere prima della scadenza, il valore del titolo potrebbe essere inferiore all’investimento iniziale.
Tuttavia, per chi punta alla stabilità e desidera un rendimento certo, questo strumento rappresenta ancora oggi una delle soluzioni più affidabili.
Forse non emoziona come altri investimenti più dinamici, ma in tempi incerti può essere proprio la tranquillità il vero guadagno.
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