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Come posso ottenere il riconoscimento della legge 104 e cosa significa comma 1 e comma 3?

Pubblicato da
Pasquale Antoniacci

Ottenere il riconoscimento della Legge 104 può aprire la strada a benefici concreti sul lavoro, i permessi, l’autonomia e la vita quotidiana. Ma cosa significano davvero i comma 1 e comma 3, e quali agevolazioni comportano?

Chi richiede il riconoscimento dell’handicap secondo la Legge 104/1992 deve rivolgersi alla commissione ASL/INPS competente, presentando la documentazione medica necessaria. Il verbale rilasciato indica se il soggetto rientra nel comma 1, riconoscendo una disabilità “non grave”, oppure nel comma 3, riconoscendo una condizione di gravità.

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Queste due categorie aprono l’accesso a misure diverse, alcune accessibili solo in caso di gravità documentata. In entrambi i casi, è fondamentale seguire la procedura ufficiale per ottenere il verbale valido e poi richiedere le agevolazioni previste. Il tutto può influenzare la qualità della vita del disabile e delle persone che se ne prendono cura.

Comma 1: riconoscimento dell’handicap non in situazione di gravità

Il comma 1 dell’articolo 3 definisce la persona con disabilità come chi presenta una minorazione stabilizzata o progressiva che causa difficoltà sociali, lavorative o relazionali, secondo fonti come Invalidità e Diritti e La Legge per Tutti. Questo riconoscimento consente di accedere ad alcune agevolazioni come:

– la detrazione del 19% per spese sostenute per babysitter o badanti;
– il diritto al collocamento obbligatorio (Legge 68/1999) e relative agevolazioni contributive in base al grado di invalidità;
– la possibilità di sottrarsi al lavoro notturno per chi assiste persone con queste caratteristiche.

Comma 1: riconoscimento dell’handicap non in situazione di gravità – crypto.it

Chi ottiene il riconoscimento del comma 1 può inoltre beneficiare di alcune agevolazioni fiscali per l’acquisto di dispositivi medici, strumenti tecnologici per la comunicazione o mezzi di ausilio alla mobilità, sempre dietro presentazione di idonea documentazione. Non prevede invece i permessi retribuiti né le misure più forti di tutela riservate al comma 3. Tuttavia, resta un importante riconoscimento che può facilitare l’inserimento lavorativo, l’accesso a graduatorie specifiche e l’utilizzo dei mezzi pubblici in convenzione.

Comma 3: riconoscimento dell’handicap in situazione di gravità

Il comma 3 si applica quando la minorazione, fisica o psichica, è tale da ridurre l’autonomia personale in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente. La commissione medica INPS certifica questa condizione sulla base della documentazione e della visita. Il riconoscimento del comma 3 dà diritto a una serie di agevolazioni importanti, tra cui:

– 3 giorni di permesso retribuito al mese per il lavoratore disabile o chi lo assiste;
– possibilità di scelta prioritaria della sede di lavoro e esonero dai turni notturni;
– accesso a detrazioni fiscali maggiorate, IVA agevolata al 4% e deduzioni per spese sanitarie;
– esenzione dal bollo auto e agevolazioni per l’acquisto di veicoli adattati;
– precedenza nei bandi per l’assegnazione di case popolari e nei progetti di inclusione sociale.

Il riconoscimento del comma 3 rappresenta un vero spartiacque per chi vive una condizione di disabilità complessa, perché consente di ottenere supporto concreto in ambito sanitario, sociale e lavorativo. Inoltre, permette l’accesso a bandi regionali e comunali che finanziano interventi per l’abbattimento delle barriere architettoniche o per l’adattamento dell’ambiente domestico.

È importante sapere che, in caso di esito negativo, è possibile fare ricorso contro il verbale della commissione entro 180 giorni, presentando nuova documentazione medica. L’assistenza di un patronato o di un avvocato esperto in diritto previdenziale può risultare determinante. I tempi medi per l’esito di una domanda variano da 30 a 90 giorni, ma in caso di visite straordinarie o revisioni possono prolungarsi.

Per ottenere tutti i benefici collegati alla Legge 104, è essenziale conservare il verbale e presentarlo ogni volta sia richiesto, ad esempio sul posto di lavoro, a scuola o per accedere a determinati bonus. Alcuni vantaggi, come i congedi straordinari retribuiti fino a 2 anni, sono riservati solo a chi assiste familiari riconosciuti in comma 3 e conviventi. Una differenza sostanziale che rende fondamentale la corretta comprensione di questi due livelli di riconoscimento.

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