Non serve guardare troppo lontano per incontrare strumenti finanziari che offrono un equilibrio raro tra redditività e stabilità. Alcuni BTP a medio-lunga scadenza offrono rendimenti sopra il 3% (sono i migliori per la loro durata), senza l’ansia delle scommesse estreme sui titoli ultralong.
In mezzo alle fluttuazioni di mercato, ci sono soluzioni più silenziose ma solide, capaci di attrarre anche gli investitori più cauti.
Cedole modeste, prezzi sotto la pari e un orizzonte temporale gestibile: questi elementi stanno accendendo l’interesse su titoli ben precisi. Ma il segreto di questi strumenti non sta solo nei numeri, bensì nella logica con cui sono stati costruiti.
Per chi sa leggere tra le righe, possono diventare un tassello strategico in una visione finanziaria più ampia.
C’è qualcosa di rassicurante in un investimento che non promette miracoli, ma mantiene le promesse.
I titoli di Stato italiani non fanno rumore, ma continuano a svolgere un ruolo centrale nei portafogli di chi guarda al medio-lungo termine.
Con i tassi che hanno smesso di correre come un anno fa, si apre oggi uno spazio interessante per strumenti che offrono buoni rendimenti senza esporsi troppo alla volatilità.
I mercati, si sa, oscillano. Ma quando un titolo ha una durata di dieci o quindici anni, ogni movimento va letto con una prospettiva diversa.
In questo panorama si stanno facendo notare alcuni BTP dal profilo bilanciato: non eccessivamente lunghi, né troppo brevi, con un rendimento annuo che supera il 3%.
E non si tratta solo di un buon tasso: ciò che li rende interessanti è il mix tra cedola contenuta, prezzo scontato e rendimento a scadenza.
Un equilibrio che affascina, specie in un periodo in cui la prudenza è tornata a guidare le decisioni finanziarie.
Il BTP 0,95% marzo 2037 (ISIN IT0005433195) è un esempio perfetto di come si possa guadagnare puntando più sul tempo che sul flusso cedolare.
Con un prezzo intorno a 75 e una cedola simbolica, questo titolo promette un rendimento lordo attorno al 3,4%, grazie al recupero del valore fino a 100 a scadenza.
La sua duration di circa nove anni lo rende abbastanza sensibile ai tassi, ma non così rischioso da spaventare.
Anche il BTP 1,45% marzo 2036 (ISIN IT0005402117), con una cedola più generosa ma ancora contenuta, si muove su logiche simili: prezzo attorno a 81 e rendimento sopra il 3%.
Qui il guadagno non arriva tanto dalle cedole quanto dal differenziale tra prezzo d’acquisto e rimborso.
Si tratta, in pratica, di strumenti adatti a chi ha un orizzonte lungo e una certa pazienza, ma non vuole affrontare l’ansia delle oscillazioni estreme.
Una via di mezzo tra conservazione del capitale e remunerazione interessante.
Diverso il discorso per il BTP 3,10% marzo 2040 (ISIN IT0005377152), che offre una cedola annua robusta con un prezzo di mercato intorno a 91.
Qui il rendimento si mantiene poco sopra il 3%, ma con un vantaggio importante: il flusso periodico è consistente.
Questo rende il titolo meno dipendente dal guadagno finale al rimborso e più adatto a chi cerca entrate costanti.
Con una durata di quindici anni, rappresenta una via intermedia: impegnativa, sì, ma non estrema.
Non sorprende che molti investitori stiano guardando con interesse a questi strumenti. In un contesto dove le alternative più rischiose cominciano a far paura, il valore di una rendita regolare diventa quasi una certezza ricercata.
Questi titoli non sono solo numeri su una piattaforma di trading: sono strumenti concreti per pianificare il futuro, costruendo valore poco per volta, senza eccessi.
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