Alcune monete, apparentemente comuni, possono nascondere un valore inaspettato che fa gola ai collezionisti e racconta frammenti di storia preziosa; nel mondo dei franchi svizzeri rari ogni dettaglio può fare la differenza tra il semplice e lo straordinario, rendendo unica anche una moneta dimenticata in un cassetto.
C’è un fascino particolare nel maneggiare una vecchia moneta, un oggetto che ha superato il tempo e viaggiato da mano in mano, come se portasse con sé storie invisibili. Basta trovarne una diversa dalle altre per innescare la curiosità: è rara? Ha valore? È proprio da queste domande che si apre un mondo fatto di dettagli minuti, date poco comuni e caratteristiche capaci di trasformare una semplice moneta in un pezzo ricercato. Chi si addentra nel mondo della numismatica svizzera scopre che non si tratta solo di collezionare, ma di studiare, documentarsi e osservare.
Alcuni franchi svizzeri rari raggiungono cifre sorprendenti, e non sempre per la quantità d’oro o d’argento che contengono, ma per la loro storia. Secondo fonti come Valtellina Mobile e il “Krause Standard Catalog of World Coins”, alcuni esemplari svizzeri superano i 100.000 CHF in asta, suscitando l’interesse di esperti e appassionati. Ma cosa li rende così speciali?
Nel panorama dei franchi svizzeri rari, le emissioni in argento del XIX e XX secolo spiccano per valore e unicità. In particolare, le monete da 2 franchi e 5 franchi coniate fino al 1967 sono tra le più ambite. La moneta da 2 franchi del 1857, considerata un esemplare di prova, venne realizzata in soli 622 pezzi: oggi, in condizioni ottimali, può superare i 15.000 CHF, secondo quanto riportato da numismaticavaresina.it. Le emissioni regolari in argento 835‰, come quelle da 5 franchi tra il 1931 e il 1967, contengono 12,5 g di metallo prezioso e sono valutate dai 20 ai 50 CHF a seconda dello stato di conservazione.
Alcune annate rare, come il 5 franchi del 1936 dedicato al giuramento del Rütli, hanno raggiunto anche i 30.000 CHF in asta grazie alla tiratura limitata e all’eccellente stato di conservazione. Secondo gli esperti di Premesec SA, la combinazione tra valore metallico e rarità storica rappresenta il fattore determinante per le quotazioni sul mercato collezionistico.
Accanto all’argento, l’oro occupa un posto d’onore tra i franchi svizzeri rari. Il celebre Duplone del 1802, emesso dalla Repubblica Elvetica, è uno degli esempi più preziosi: ne esistono pochissimi esemplari e il suo valore può superare i 100.000 CHF, come riportato da Valtellina Mobile. Altrettanto ambite sono le monete da 20 franchi Vreneli, coniate tra il 1897 e il 1949. Alcune annate speciali, come le versioni prova del 1935 o le prime del 1897, raggiungono quotazioni tra i 2.000 e i 6.000 CHF secondo Bullion by Post. Queste monete, raffiguranti l’allegoria femminile di Helvetia, contengono circa 5,8 g di oro puro e rappresentano un perfetto equilibrio tra valore storico, estetico e finanziario. Ogni variante di conio, ogni piccola differenza nelle incisioni o nei bordi, può determinare un aumento di valore significativo. La precisione tipica della Zecca svizzera, unita alla tiratura limitata di certi esemplari, contribuisce a creare un mercato dinamico e ricco di opportunità per appassionati e studiosi. E se in qualche vecchia scatola trovassi una Vreneli insospettabile? Potrebbe essere l’inizio di una scoperta sorprendente.
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