La Legge 104 e la pensione sono collegate in vari modi. L’assegno mensile si può ottenere soddisfacendo determinati requisiti e nuovi limiti.
Quando si pensa alla pensione viene in mente il periodo di meritato riposo dopo aver svolto per tanti anni un’attività lavorativa. Con la Legge 104, però, la pensione può avere un’accezione diversa se si fa riferimento all’assegno mensile di invalidità o alle prestazioni assistenziali rivolte agli invalidi civili, ai ciechi e sordomuti.
La Legge 104 permette di ottenere diversi tipi di pensione. Per i lavoratori con invalidità dal 74% in poi c’è la possibilità di lasciare in anticipo il mondo del lavoro grazie all’APE Sociale oppure ad Opzione Donna. La prima misura è un’indennità mensile erogata fino al compimento dei 67 anni e, quindi, al raggiungimento dei requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia. Non può superare i 1.500 euro al mese e non prevede la tredicesima.
Per ottenere questa pensione bisogna compiere 63 anni e cinque mesi di età e aver accumulato minimo 30 anni di contributi. Opzione Donna, invece, è rivolta alle lavoratrici invalidi al 74% che hanno compiuto 61 anni di età (60 con un figlio e 59 anni con due figli) e maturato 35 anni di contributi. Poi ci sono le pensioni di invalidità e le prestazioni assistenziali per invalidi civili, ciechi e sordomuti.
L’INPS ha comunicato ad inizio anno le novità sulle pensioni di invalidità e le prestazioni assistenziali con riferimento ai limiti di reddito e agli importi. I valori sono stati aggiornati in seguito alla rivalutazione annuale dei trattamenti sulla base dell’indice di perequazione stabilito dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Nel 2025 la rivalutazione è stata fissata allo 0,8%. Di conseguenza il trattamento minimo è arrivato a 603,40 euro (7.844,20 euro all’anno). In più fino al 2026 è stato confermato l’incremento aggiuntivo per le pensioni sotto il minimo del 2,2% con importo massimo riconosciuto di 616,67 euro. I limiti reddituali per le pensioni di invalidità sono state aumentate, invece, dell’1,6%. La pensione sociale nel 2025 è pari a 443,95 euro e l’assegno sociale a 538,69 euro.
La perequazione è stata applicata anche alle pensioni e assegni per mutilati, invalidi civili, ciechi civil, sordomuti con importi a partire da 336 euro a 603,40 euro corrisposti solo rientrando in determinati limiti reddituali. La pensione per gli invalidi civili totali di 336 euro è concessa con reddito entro 19.772,50 euro. Per gli invalidi parziali il reddito scende a 5.771,35 euro. Le indennità di accompagnamento sono di 542,02 euro per gli invalidi civili totali, di 1.022,44 euro per i ciechi assoluti e di 267,83 euro per i sordomuti. L’indennità integrativa speciale, infine, è di 924,04 euro e la tredicesima di 904,04 euro.
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