Non si stampa piĂš: oggi il dollaro si conia in rete. In un mondo dove la finanza digitale ridefinisce il concetto stesso di moneta, emerge una nuova divisione: da un lato chi resta in attesa di permessi, dallâaltro chi decide di âmintareâ il proprio futuro. E la differenza non è solo tecnologica, ma profondamente culturale.
Câè un cambiamento silenzioso ma radicale in corso: quello del denaro stesso. Da sempre associato a governi, banche centrali e sistemi regolamentati, il denaro oggi si sta liberando di alcune delle sue catene piĂš storiche. Con il dollaro digitale, le stablecoin e i sistemi decentralizzati, non è piĂš solo lâautoritĂ a decidere quando, come e dove la moneta può essere creata o trasferita.
La tecnologia ha rotto un argine: ora non servono piĂš permessi per costruire un sistema finanziario parallelo, dove il denaro è fluido, globale e indipendente. Non è un dettaglio, è un cambio di paradigma. Una nuova mentalitĂ , dove âautonomiaâ e âprogrammabilitĂ â diventano i nuovi pilastri del valore. Ma cosa comporta davvero questa trasformazione? E chi ne sarĂ protagonista?
La finanza decentralizzata sta conquistando spazio nei paesi con economie fragili. In Argentina, ad esempio, lâinflazione ha toccato il 200%, spingendo milioni di persone a rifugiarsi nelle stablecoin come USDT e USDC, strumenti digitali ancorati al valore del dollaro statunitense. Secondo quanto riportato da Crypto.news, gli argentini utilizzano queste monete stabili non solo per proteggere i propri risparmi, ma anche per effettuare pagamenti quotidiani, aggirando le restrizioni valutarie locali e lâeccessiva burocrazia.
Il denaro in questo scenario non è piĂš emesso da una banca centrale. Ă âmintatoâ in rete, da infrastrutture decentralizzate e globali. Ă qui che si verifica lo scollamento: da un lato un mondo finanziario che richiede permessi, intermediazioni e registrazioni; dallâaltro un ecosistema dove chiunque può creare, trasferire o programmare valore. La blockchain diventa la nuova autoritĂ . E il dollaro stesso si trasforma, passando da banconota a codice crittografato, da strumento di politica monetaria a mezzo neutro di scambio transfrontaliero.
Questa trasformazione non è passata inosservata. Per contrastare la spinta decentralizzata, diversi governi stanno accelerando sulla creazione di CBDC (Central Bank Digital Currencies). Negli Stati Uniti, il Digital Dollar Projectha pubblicato un report che esplora come modernizzare il dollaro in chiave digitale, rendendolo compatibile con le nuove reti tecnologiche. Come evidenziato nel documento âModernizing the US Dollar for the Future of Digital Networksâ, lâobiettivo è creare una moneta digitale ufficiale, tracciabile, stabile, ma gestita centralmente.
Tuttavia, questo approccio pone una questione di fondo: è ancora possibile parlare di finanza aperta se ogni transazione è soggetta a tracciabilitĂ obbligatoria? Ă qui che si disegna la vera linea di frattura tra due mondi. Uno è quello della finanza regolamentata, che continua a muoversi in ambiti ben delimitati, per quanto aggiornati. Lâaltro è quello della finanza permissionless, dove si agisce senza chiedere, si costruisce senza approvazione.
Ed è proprio in questo secondo spazio che prende forma il futuro del denaro. Un futuro dove lâesperienza digitale si fonde con la sovranitĂ individuale, e dove a contare non sarĂ piĂš chi stampa, ma chi sa programmare.
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