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C’è un diritto che molti ignorano: l’assegno mensile per vedovi invalidi

Pubblicato da
Gerardo Marciano

Esiste un emolumento poco conosciuto che potrebbe fare la differenza per molti vedovi invalidi. Si tratta dell’assegno di vedovanza, una misura pensata per offrire un supporto economico aggiuntivo a chi, oltre al dolore della perdita, affronta anche una condizione di disabilità.

Pochi sanno della sua esistenza, ancora meno sanno come funziona davvero. Eppure, è lì, previsto dalla legge, pronto ad aiutare chi rientra in specifici requisiti. Spesso ignorato, altre volte non spiegato chiaramente, questo assegno può rappresentare molto più di una semplice integrazione.

C’è un diritto che molti ignorano: l’assegno mensile per vedovi invalidi-crypto.it

C’è chi, dopo aver perso il coniuge, si ritrova con una pensione di reversibilità che non basta. Il costo della vita non si abbassa solo perché cambia la composizione della famiglia. Anzi, spesso aumentano le difficoltà, soprattutto quando subentra anche l’invalidità. È in questi casi che interviene l’assegno di vedovanza, pensato per chi vive una condizione di fragilità economica e sanitaria. Non si tratta di un beneficio automatico, ma di un diritto che deve essere richiesto, dimostrato e certificato. Per questo è fondamentale conoscerne bene i dettagli.

Requisiti per ricevere l’assegno e come funziona davvero

L’assegno di vedovanza non spetta a tutti i vedovi. È destinato solo a chi, oltre a percepire la pensione di reversibilità o indiretta, è riconosciuto invalido civile al 100% o beneficia dell’indennità di accompagnamento. Il coniuge deceduto doveva essere un lavoratore dipendente, pubblico o privato, e aver maturato il diritto a una pensione, anche se non ancora liquidata. Questo esclude automaticamente i lavoratori autonomi.

Requisiti per ricevere l’assegno e come funziona davvero-crypto.it

Per ottenerlo, è necessario anche non superare determinati limiti di reddito annuo lordo, aggiornati al 2025. Se si rientra entro 28.659,42 euro, si ha diritto all’importo massimo dell’assegno, che è di 52,91 euro al mese (pari a circa 687 euro l’anno). Se invece il reddito si colloca tra 28.659,43 euro e 32.148,88 euro, l’assegno è ridotto in modo proporzionale fino a un minimo di 19,59 euro mensili. Oltre questa soglia, il beneficio viene escluso.

Si tratta di un importo modesto, ma importante. È esente da tassazione, non incide sul reddito complessivo e non si riduce se si ricevono altri trattamenti pensionistici. Proprio per questo motivo, può rappresentare un aiuto discreto ma continuo per chi vive una doppia condizione di difficoltà.

La domanda da presentare e il ruolo degli eredi

L’assegno di vedovanza non viene assegnato automaticamente. Va fatta una domanda all’INPS, tramite portale online oppure Patronato. È necessario presentare documenti che attestino lo stato di invalidità del coniuge superstite, il tipo di pensione del coniuge defunto e il reddito dell’interessato. Servono anche certificati personali come documento d’identità e codice fiscale.

Un aspetto importante è che, se i requisiti esistevano già da tempo ma non si era fatta domanda, è possibile richiedere anche gli arretrati fino a 5 anni. Questa possibilità vale solo per le somme non ancora prescritte, che vengono calcolate dalla data di presentazione della domanda.

In caso di decesso del beneficiario, l’assegno di vedovanza non si trasferisce agli eredi. Tuttavia, gli eventuali importi maturati e non riscossi possono entrare nel patrimonio del defunto e, quindi, essere richiesti dagli eredi stessi. Non è una misura che si eredita, ma lascia comunque un segno concreto anche dopo la morte del beneficiario.

 

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