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Caccia al miglior rendimento sulle scadenze a 10 anni: ecco il BTP sotto i riflettori

Pubblicato da
Gerardo Marciano

C’è un cambiamento all’orizzonte. Qualcosa si muove tra le pieghe della politica monetaria europea, e stavolta l’effetto potrebbe farsi sentire subito, anche tra chi non mastica economia. Si parla di mutui, di soldi veri, di rate mensili e di investimenti che potrebbero cambiare volto. La Banca Centrale Europea si prepara a una decisione che potrebbe rimettere in moto dinamiche bloccate da tempo. E i segnali lanciati non sono affatto vaghi.

Le parole pronunciate a Helsinki da Olli Rehn, governatore della banca centrale finlandese, hanno creato un’onda lunga. Il 6 giugno 2025, a Francoforte, sarà il giorno chiave. Lì si capirà se davvero i tassi d’interesse sull’Eurozona subiranno un nuovo taglio.

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Tutto dipenderà dalle previsioni sull’inflazione e sull’andamento della crescita. Se continueranno a calare, la BCE potrebbe decidere di alleggerire ulteriormente la pressione, agendo su una leva che incide direttamente sulla vita quotidiana.

Nel frattempo, c’è chi osserva e riflette. Un nuovo taglio dei tassi d’interesse potrebbe portare vantaggi importanti a chi ha un mutuo variabile o sta pensando di accendere un finanziamento. Meno interessi significa rate più leggere. E in un periodo in cui molti hanno rimandato l’acquisto di una casa proprio per i costi troppo alti, una novità di questo tipo potrebbe davvero cambiare le carte in tavola.

BCE tra disinflazione e rilancio del credito

La Banca Centrale Europea non si muove a caso. Ogni scelta è frutto di una valutazione precisa. L’obiettivo è mantenere l’inflazione attorno al 2%, ma senza frenare troppo la ripresa. Ecco perché il Consiglio Direttivo osserva con attenzione i dati macroeconomici. La fase di disinflazione attuale, se confermata, potrebbe giustificare un intervento espansivo.

BCE tra disinflazione e rilancio del credito-crypto.it

Il mercato già scommette su questa ipotesi. Le banche potrebbero adeguare le loro offerte, rendendo il credito più accessibile. È uno scenario che può rilanciare anche il settore immobiliare, riportando fiducia tra chi ha bisogno di certezze per fare scelte importanti. Ma non si tratta solo di mutui: anche i risparmiatori stanno guardando da vicino i movimenti della BCE per capire come proteggere il proprio capitale.

I BTP tornano interessanti per chi guarda avanti

Parallelamente, cresce l’interesse verso i titoli di Stato. Uno dei più osservati del momento è il 3.35-BTP-01MZ35, con scadenza a 10 anni. Offre un rendimento lordo del 3,49% e un netto del 3,06%, a fronte di un prezzo di riferimento attorno a 99,1. Un investimento da 65 mila euro potrebbe garantire un buon equilibrio tra sicurezza e guadagno nel medio-lungo periodo.

Con una duration modificata di 8,07, questo BTP diventa attraente in un contesto dove i tassi potrebbero calare ancora. Significa avere rendimenti stabili mentre il costo del denaro scende. È un’opportunità concreta per chi vuole posizionarsi bene in anticipo su un ciclo economico in mutamento.

Con un investimento iniziale di 65.000 euro sul 3.35-BTP-01MZ35, acquistato al prezzo attuale di 99,1, il rendimento totale può essere calcolato sommando le cedole annue e il guadagno in conto capitale al momento del rimborso finale.

Il titolo paga cedole annuali lorde del 3,35% sul valore nominale, ovvero 2.177,50 euro lordi ogni anno. Su un periodo di 10 anni, le cedole lorde complessive ammontano a 21.775 euro, che diventano circa 19.000 euro netti dopo l’imposta del 12,5%.

A scadenza, il titolo sarà rimborsato a 100, generando un guadagno sul prezzo d’acquisto di circa 585 euro netti ogni 10.000 euro investiti. Su 65.000 euro, questo equivale a circa 3.800 euro netti di extra guadagno in conto capitale.

In totale, l’investimento da 65.000 euro potrebbe rendere circa 22.800 euro netti in 10 anni, tra cedole e guadagno a scadenza, portando il montante finale a circa 87.800 euro netti, se mantenuto fino al rimborso.

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