Ti è mai capitato di ricevere un messaggio che sembrava arrivare davvero dall’Agenzia delle Entrate? Magari con il logo ufficiale, un tono urgente, e parole come “errore nella dichiarazione dei redditi” o “rimborso fiscale in sospeso”. In quei momenti, l’istinto ti dice di cliccare subito. Ma dietro quelle righe apparentemente rassicuranti può nascondersi una delle truffe più insidiose degli ultimi anni. Se sei convinto che a te non potrebbe mai succedere, forse è il caso di dare un’occhiata più da vicino.
Proprio ora che è periodo di dichiarazione dei redditi, è più facile cadere in questo genere di inganni. Le persone aspettano comunicazioni ufficiali, ricevono notifiche dai propri consulenti fiscali o accedono ai portali per verificare dati e documenti. I truffatori lo sanno benissimo, e approfittano di questa finestra per inviare messaggi fraudolenti che sembrano del tutto autentici. Il rischio aumenta, e la prudenza diventa essenziale.
Ti arriva un messaggio sul telefono o nella casella di posta. Parla di un’anomalia fiscale, di un rimborso disponibile o di un documento da aggiornare. Il linguaggio è formale, il logo è quello dell’Agenzia delle Entrate, e tutto sembra legittimo. Ma proprio quella somiglianza con un messaggio reale è la forza della truffa. Basta un clic, e il gioco è fatto.
Le truffe tramite phishing e smishing a nome dell’Agenzia delle Entrate sono costruite per colpire nei momenti in cui siamo più vulnerabili. I criminali digitali sanno che la stagione fiscale è un’occasione perfetta: le persone sono attente a ogni comunicazione, si aspettano aggiornamenti e controllano frequentemente le proprie email. Ed è proprio in questo clima di attesa che si infilano i messaggi-trappola.
Ti viene detto che c’è un rimborso da sbloccare, oppure che è stato rilevato un errore nella tua dichiarazione dei redditi. La paura o l’avidità fanno il resto. Clicchi su un link che ti porta a un sito molto simile a quello ufficiale, e in pochi minuti potresti consegnare ai truffatori informazioni sensibili: codice fiscale, IBAN, credenziali di accesso ai servizi online.
Secondo la Polizia Postale, questo tipo di frode è in crescita, soprattutto nei mesi in cui si concentrano le scadenze fiscali. I messaggi sono spesso ben scritti, firmati con nomi credibili, e usano indirizzi email che sembrano veri. L’obiettivo è uno solo: ottenere l’accesso ai tuoi dati o al tuo conto corrente. E una volta fatto, è difficile tornare indietro.
La buona notizia è che proteggersi si può. L’Agenzia delle Entrate non invia mai link attivi via SMS o email non certificata per comunicazioni personali o per raccogliere dati. Se ricevi un messaggio di questo tipo, la cosa migliore da fare è ignorarlo, cancellarlo e segnalarlo. Non cliccare mai su link sospetti, anche se sembrano legittimi.
Un’altra buona abitudine è controllare sempre i riferimenti del mittente. Un dominio strano o un tono troppo allarmistico sono segnali chiari. Se hai dubbi, accedi direttamente al sito ufficiale dell’Agenzia, o chiama un numero certificato per chiarimenti. Non cedere alla fretta: è proprio su quella che i truffatori puntano.
Anche chi è caduto in queste trappole spesso racconta di aver agito troppo velocemente. Pensavano fosse un messaggio vero, magari ricevuto mentre erano distratti o impegnati. E invece era una trappola. Condividere queste esperienze è utile: aiuta altri a non commettere lo stesso errore.
Ora che la stagione fiscale è nel vivo, serve ancora più attenzione. Le comunicazioni ufficiali non arriveranno mai con link da cliccare al volo. E tu, la prossima volta che riceverai un messaggio che parla della tua dichiarazione dei redditi… saprai riconoscere se è reale?
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