Ti è mai capitato di scendere di casa e trovare ancora lì i sacchi dell’immondizia? Giorni interi senza che nessuno venga a raccoglierli, odori sgradevoli e senso di abbandono. Eppure, puntuale come un orologio, arriva la bolletta della TARI.
Ti sei mai chiesto se sia giusto pagarla interamente, anche quando il servizio non funziona? Forse non lo sai, ma esiste una via legale per ottenere uno sconto importante, anche fino al 60%. Solo che non te lo dice nessuno. E soprattutto, non avviene in automatico.
Molti pensano che la TARI, la tassa sui rifiuti, vada pagata senza discussioni. Arriva, si paga. Ma la realtà è un po’ più complessa. Se vivi in una zona dove il servizio di raccolta non funziona come dovrebbe, la legge ti tutela. Non serve aspettare che qualcuno venga a restituirti parte dei soldi: sei tu a dover agire, ma con le carte giuste.
Non parliamo di semplici lamentele. Parliamo di disservizi seri, che si protraggono nel tempo: raccolta che non avviene, cassonetti sempre pieni, odori insopportabili. La legge prevede che in casi come questi la TARI si può ridurre fino al 60%. Ma devi dimostrarlo.
La Legge 147/2013, che disciplina la TARI, stabilisce che se il servizio è svolto male o non è svolto affatto, l’importo può essere abbattuto. Il comma 656 dice chiaramente che in caso di mancato servizio o gravi violazioni, la tassa si paga solo al 20%. Il comma 657 prevede che, se non c’è raccolta nella tua zona, la riduzione può arrivare al 60%, a seconda della distanza dal punto più vicino servito.
La Corte di Cassazione ha confermato tutto questo più volte. Non è necessario che il cittadino dimostri un danno: basta il disservizio oggettivo. Ma attenzione: l’onere della prova spetta a te. Devi raccogliere documentazione, fare segnalazioni, scattare foto. Tutto va conservato e allegato alla richiesta da presentare al Comune.
Per ottenere la riduzione, non basta lamentarsi. Devi presentare una richiesta scritta al Comune, allegando prove concrete. Alcuni Comuni permettono l’invio tramite SPID o CIE, altri richiedono PEC o raccomandata. Se non ottieni risposta, puoi anche presentare un esposto alla Procura o farti assistere da un’associazione dei consumatori.
Ricorda che questa riduzione non è un risarcimento. Serve solo a ristabilire un equilibrio: non puoi essere costretto a pagare per un servizio che non ricevi. E se hai dubbi, fatti una domanda: perché continuare a pagare il 100% della TARI se il Comune non fa il 100% del suo dovere?
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