Un nuovo modello di investimento, una tecnologia emergente e una stima che punta dritto ai 4 trilioni di $. Plume Network ha un piano ambizioso: trasformare il mercato immobiliare globale attraverso la tokenizzazione. E potrebbe riuscirci prima di quanto si pensi.
Il settore immobiliare, da sempre simbolo di solidità e stabilità, sta attraversando una fase di transizione silenziosa ma rivoluzionaria. Mentre la digitalizzazione tocca ogni angolo del mondo finanziario, anche il mattone inizia a essere convertito in codice. E non è un’esagerazione. Sempre più operatori stanno esplorando il potenziale della tokenizzazione immobiliare, ovvero la possibilità di rappresentare asset reali sotto forma di token su blockchain.
Un tempo vista come una sperimentazione marginale, oggi questa frontiera si prepara a diventare infrastruttura vera. A guidare il cambiamento c’è Plume Network, una realtà che ha scelto di costruire l’intero proprio ecosistema intorno all’accessibilità degli investimenti e alla scalabilità della tecnologia. Ma la cosa più interessante è l’obiettivo: un mercato da 4 trilioni di $ entro il 2035, come dichiarato dal co-fondatore Chris Yin in un’intervista rilasciata a Crypto.news.
Secondo un recente studio pubblicato da Deloitte, il valore potenziale del mercato della tokenizzazione immobiliarepotrebbe passare da meno di 300 miliardi di $ attuali a 4 trilioni di $ entro il 2035. Questa crescita sarebbe trainata dalla domanda di liquidità, trasparenza e accesso frazionato agli immobili. In questo contesto, Plume Network si propone come un’infrastruttura tecnologica completa per facilitare il passaggio a un sistema tokenizzato.
La rete Plume è costruita su una Layer 2 modulare compatibile con l’Ethereum Virtual Machine (EVM) e integra soluzioni come Arbitrum e Celestia per offrire maggiore scalabilità e interoperabilità. In altre parole, può gestire elevati volumi di transazioni immobiliari digitalizzate, senza sacrificare sicurezza o velocità.
Tra i prodotti già attivi spicca il PayFi Vault, lanciato con il supporto di PayPal USD (PYUSD). Questo strumento unisce il mondo delle stablecoin a quello degli investimenti immobiliari, offrendo rendimenti prevedibili attraverso un modello ibrido tra DeFi e finanza tradizionale.
La vera sfida della tokenizzazione immobiliare non è tanto tecnologica, quanto normativa. Come osservato da diversi esperti citati da Crypto.news, uno degli ostacoli principali è la mancanza di un quadro regolatorio armonizzato tra giurisdizioni. Per affrontare questo limite, Plume lavora a stretto contatto con partner regolamentati e ha integrato meccanismi di conformità direttamente nella sua struttura.
Un altro elemento chiave è la fiducia degli investitori. Per questo Plume ha scelto di adottare soluzioni di verifica trasparente come Chainlink Proof of Reserve, che consente il controllo in tempo reale delle riserve collegate agli asset tokenizzati. Una misura fondamentale per attrarre anche investitori istituzionali.
Ma Plume guarda oltre. Il team sta sviluppando nuove modalità di tokenizzazione immobiliare anche per immobili commerciali, hotel, proprietà frazionate e mercati emergenti. L’obiettivo è portare sul mercato reale strumenti capaci di offrire rendimenti accessibili, ma anche liquidità e possibilità di diversificazione prima impensabili nel real estate.
Se il mattone è stato finora sinonimo di immobilità, il futuro potrebbe essere fatto di investimenti agili, trasparenti e digitali, pronti per entrare in portafoglio con pochi clic. E la tokenizzazione potrebbe non essere più solo una tendenza, ma un nuovo standard.
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