Due titoli italiani attirano l’attenzione degli investitori per motivi molto diversi: da un lato CIR, storicamente prudente e sottovalutata, dall’altro Newlat Food, protagonista di una crescita sostenuta ma ancora con multipli bassi. Quale delle due potrebbe offrire il miglior potenziale nei prossimi mesi? Le risposte sono nei numeri, nelle raccomandazioni degli analisti e nei segnali tecnici.
Negli ultimi tempi, l’interesse per titoli dal P/E basso e volatilità contenuta è cresciuto. In un contesto di incertezza economica, azioni come CIR e Newlat Food sembrano offrire protezione e margine di rivalutazione. Ma analizzando con attenzione i dati fondamentali, i segnali tecnici e le valutazioni degli analisti, emergono differenze significative che è utile esaminare nel dettaglio.
CIR mostra un P/E pari a 4,13 e un P/B di 0,75, valori che indicano una chiara sottovalutazione rispetto al patrimonio netto. Anche il rapporto EV/EBITDA, a 5,41, conferma una valutazione contenuta. Tuttavia, i ritorni sono modesti: il ROE è negativo a -1,60%, e anche il ROA è sottozero (-0,37%), segno che la redditività è al momento debole. Il margine EBITDA si attesta al 15,21%, ma il margine netto è solo al 3,21%.
Secondo i dati di MarketScreener, il prezzo obiettivo medio degli analisti per CIR è 0,795 €, con un minimo di 0,75 €e un massimo di 0,84 €. Rispetto all’attuale quotazione di 0,583 €, implica una sottovalutazione media del 36% circa. Tuttavia, negli ultimi 30 giorni non sono state pubblicate nuove raccomandazioni, e il consenso medio rimane neutro. CIR non distribuisce dividendi dal 2019, anno in cui il payout è stato di 0,0145 € per azione. Il rendimento medio quinquennale è quindi vicino allo zero, dato che per più esercizi non sono stati erogati dividendi.
A livello tecnico, CIR mostra una situazione interlocutoria: le medie mobili a breve e medio termine sono piatte, mentre l’RSI indica una posizione neutrale, con possibile ingresso in una fase di consolidamento. Nessun chiaro segnale di inversione, né al rialzo né al ribasso.
Passando a Newlat Food, il quadro appare più dinamico. Il P/E a 4,67 rimane contenuto, ma il P/B è 2,27, segnale che il mercato valuta l’azienda sopra il suo valore contabile, spesso giustificato da una forte redditività: il ROE è al 64,59%, il ROA al 9,96%, e il ROI al 21,38%. Il margine operativo è basso (1,42%), ma il margine lordo al 14,05%e l’EBITDA margin al 4,73% mostrano comunque efficienza.
Secondo MarketScreener, il prezzo obiettivo medio per Newlat è 18,00 €, con un minimo di 16,50 € e un massimo di 19,50 €. Rispetto al prezzo attuale di 17,14 €, implica una sottovalutazione del 5,02%. In termini di raccomandazioni, Intesa Sanpaolo ha confermato “Buy” con target a 19,50 €, e anche Equita SIM mantiene un giudizio positivo (“Buy”) con target a 16,50 €.
Sul fronte dividendi, Newlat non ha distribuito utili negli ultimi anni, preferendo reinvestire nel business. Il rendimento medio a 5 anni è quindi pari a zero, ma la politica è coerente con una fase di espansione.
Tecnicamente, Newlat è in un trend positivo. L’RSI è in zona neutra-alta, il MACD è positivo, e le medie mobiliindicano una tendenza al rialzo, anche se con volumi in leggero calo nell’ultima settimana.
In sintesi, CIR appare come un titolo fortemente scontato ma in attesa di un catalizzatore. Newlat Food, invece, è già in una fase di crescita, con stime rialziste e fondamentali solidi, pur senza offrire dividendi nel breve.
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