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Investimento e Trading

Un dividendo al 2,2% e, secondo gli analisti, un upside del 30%: i motivi per cui questo titolo azionario potrebbe interessare chi cerca valore

Pubblicato da
Pasquale Antoniacci

Il titolo De’ Longhi potrebbe essere una delle sorprese del 2025: secondo diversi analisti, la sottovalutazione attuale offre margini di rivalutazione interessanti. Con fondamentali solidi e un dividendo regolare, l’azione resta sotto osservazione anche se i segnali tecnici indicano prudenza. Quali sono i target di prezzo aggiornati? E cosa suggeriscono le ultime raccomandazioni?

Negli ultimi mesi, De’ Longhi ha mostrato un andamento piuttosto incerto a Piazza Affari. Il titolo, che a inizio anno viaggiava oltre i 30 €, è attualmente scambiato intorno ai 27 €, nonostante un bilancio 2024 chiuso con ricavi in crescita del +13,7% a 3,497 miliardi € e un utile netto aumentato del +24,1%, pari a 310 milioni €.

Un dividendo al 2,2% e, secondo gli analisti, un upside del 30%: i motivi per cui questo titolo azionario potrebbe interessare chi cerca valore – crypto.it

Una performance aziendale solida che non si è ancora riflessa nella capitalizzazione di Borsa. Il mercato sembra attendere segnali più netti prima di riconsiderare il valore del gruppo, specializzato in elettrodomestici di fascia alta. Alcuni analisti, però, hanno già aggiornato le loro previsioni, vedendo nella debolezza del prezzo un’occasione da cogliere.

Fondamentali solidi ma segnali tecnici contrastanti

Le principali metriche di valutazione di De’ Longhi indicano una potenziale sottovalutazione rispetto ai competitor del settore. Il titolo presenta un P/E di 18,48, un Price/Book di 2,54 e un EV/EBITDA di 9,68, valori coerenti con una società matura ma con buona redditività. Il ROE è al 14,43%, mentre il margine netto si attesta all’8,14%, evidenziando una gestione efficiente dei profitti.

Fondamentali solidi ma segnali tecnici contrastanti – crypto.it

Dal punto di vista tecnico, però, la situazione è meno favorevole. Secondo i dati di TradingView aggiornati al timeframe settimanale, la sintesi degli indicatori restituisce un segnale complessivo di “Vendi”, con 12 indicatori ribassisti, 9 neutri e solo 5 rialzisti. Le medie mobili in particolare (come la semplice a 50 giorni e la esponenziale a 20) restano orientate al ribasso, mentre alcuni oscillatori come MACD e Momentum offrono segnali ancora deboli. Questo suggerisce che, almeno nel breve periodo, il mercato potrebbe restare prudente.

Target aggiornati e giudizi degli analisti

Il prezzo obiettivo medio assegnato dagli analisti è attualmente pari a 36,14 €, con un target massimo di 46,60 € e un minimo di 23 €. Considerando la quotazione attuale di circa 27 €, il potenziale di rivalutazione si aggira intorno al +30%. Si tratta di una stima rilevante, soprattutto in uno scenario di tassi alti e volatilità generalizzata.

Nel dettaglio, le raccomandazioni degli ultimi 30 giorni mostrano un quadro articolato. Mediobanca ha recentemente mantenuto un giudizio “Underperform” con target a 25 €, mentre Barclays è ancora più prudente con un “Underweight” e un target a 23 €. Di segno opposto, invece, il giudizio di Intesa Sanpaolo, che ha ribadito un “Buy”con target a 38,70 €, e Equita SIM, che conferma “Buy” con un obiettivo a 38 €. Queste ultime valutazioni rafforzano la tesi che il titolo sia sottovalutato, almeno secondo una parte consistente del consenso.

Per quanto riguarda il dividendo, De’ Longhi ha distribuito per il 2024 una cedola pari a 0,67 €, corrispondente a un rendimento del 2,2%. Il dividendo è stato pagato regolarmente negli ultimi cinque anni, con una media di rendimento intorno al 2,66%, e un payout costante tra il 35% e il 45% dell’utile netto. Nessun anno senza distribuzione, a testimonianza di una politica conservativa ma premiante per gli azionisti.

In definitiva, De’ Longhi si presenta come un titolo solido, con fondamentali interessanti e un posizionamento globale ben diversificato. Tuttavia, per assistere a un vero cambio di passo, sarà fondamentale superare le resistenze tecniche e confermare sul mercato l’ottimismo espresso da diversi analisti.

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