Ti hanno mai detto che senza diritto all’integrazione del reddito non puoi ricevere aiuti per l’affitto? La storia di Rita svela una realtà diversa. Tra nuove regole e soglie riviste, oggi ottenere un sostegno economico per la casa è più semplice di quanto si creda.
Non tutto è perso se il reddito è un po’ più alto: c’è un’opportunità concreta da cogliere. Se ti trovi in difficoltà con l’affitto, questa informazione potrebbe cambiarti davvero la vita.
Rita non era nuova alle difficoltà. Con una figlia da mantenere e un lavoro che bastava appena a coprire le spese, ogni bolletta sembrava una sfida. Il pensiero fisso di non riuscire più a pagare l’affitto le toglieva il sonno.
Anche quando il reddito di famiglia era aumentato di poco, si era vista chiudere le porte in faccia ai pochi sostegni disponibili. Finché un giorno, mentre cercava risposte online, ha letto qualcosa che sembrava scritto per lei: poteva richiedere un contributo per l’affitto senza bisogno di ricevere la quota A dell’Assegno di Inclusione.
Con il cuore pieno di speranza, ha deciso di approfondire. Le informazioni erano chiare: bastava avere un contratto di locazione registrato e rispettare alcuni requisiti familiari. Quel giorno, per la prima volta dopo mesi, Rita ha intravisto una nuova strada davanti a sé.
Per anni, ottenere un aiuto tramite l’Assegno di Inclusione sembrava possibile solo a chi aveva un reddito bassissimo. Ora non è più così. Con la riforma del 2025, anche chi supera i vecchi limiti può ottenere il contributo per l’affitto, se il reddito non supera 10.140 euro annui.
Quando Rita ha controllato il suo ISEE e ha confrontato i dati, ha capito di rientrare perfettamente. Il suo reddito di 8.500 euro non bastava a garantirle la quota A, ma le dava diritto alla Quota B per l’affitto. Non ha perso tempo: ha presentato domanda all’INPS, allegando il contratto di locazione regolarmente registrato.
A distanza di poche settimane, ha ricevuto la conferma e la sua Carta ADI. Un sollievo immenso, che ha cambiato la gestione quotidiana della sua famiglia.
Va ricordato che, per ottenere il beneficio, il nucleo familiare deve includere almeno un minore, un disabile, un over 60 o una persona in condizione di svantaggio certificato. Rita, grazie alla presenza della figlia minore, rispettava pienamente questo requisito.
Ricevere la Carta ADI è stato solo il primo passo. Rita ha capito subito che l’affitto doveva essere pagato in modo tracciabile: bonifico o postagiro, niente contanti. Una regola precisa, pensata per garantire la trasparenza.
Ha anche scoperto che il contributo affitto può arrivare fino a un massimo di 3.640 euro all’anno, una somma che, pur non coprendo l’intero canone, rappresenta un aiuto concreto per chi, come lei, cerca di tenere tutto in equilibrio.
Grazie a questa opportunità, Rita guarda al futuro con occhi diversi. Oggi il peso dell’affitto non è più un macigno quotidiano. Una possibilità che sembrava lontana si è trasformata in una nuova sicurezza.
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