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Investimento e Trading

AI made in Italy: le 7 aziende tech a confronto. Chi domina e chi sta crollando nel 2025

Pubblicato da
Pasquale Antoniacci

Nel cuore della rivoluzione tecnologica, il mercato italiano nasconde alcune gemme. Non stiamo parlando dei soliti colossi internazionali, ma di aziende nostrane, solide e innovative, che lavorano in silenzio su cloud, cybersecurity, intelligenza artificiale e digitalizzazione. Queste realtà capitalizzano tutte oltre 100 milioni di euro e stanno attirando sempre più l’interesse di investitori attenti ai fondamentali. Ma tra tutte, chi sta davvero creando valore e chi invece rischia di restare indietro?

L’universo tech italiano, spesso poco celebrato rispetto a quello americano, è molto più dinamico di quanto sembri. Basta scavare tra i bilanci per accorgersi che alcune aziende offrono multipli bassi, utili in crescita, dividendi generosi e prospettive di sviluppo concrete, soprattutto nell’ambito dell’intelligenza artificiale e dell’automazione industriale.

Confronto tra le principali aziende dell’AI made in Italy – crypto.it

Abbiamo analizzato i numeri di Digital Value, Wiit, Seco, Digital Bros, GPI, Expert.ai e TXT e-solutions, tutte con una capitalizzazione superiore ai 100 milioni €, per capire dove si stanno dirigendo gli investitori più attenti e perché.

Multipli, dividendi e solidità: le differenze che fanno la differenza

Chi cerca valore reale non può ignorare Digital Value (DGV.MI). Il suo P/E di 3,83, il ROE del 23,5% e un dividendo del 5,69% parlano chiaro. L’azienda, attiva nei servizi IT e digital transformation, ha registrato una crescita dell’utile del 30,6% e ha generato oltre 61 milioni € di free cash flow. Una combinazione rara nel mercato europeo. Interessante anche il suo Price/Book di 0,83, che la rende sottovalutata secondo gli standard fondamentali.

Ancora più bassa la valutazione di GPI (GPI.MI), con un Price/Book di 0,82. I numeri sono buoni: margine netto del 20,4%, dividendo del 5,73%, ma un payout ratio del 94,93% suggerisce attenzione sulla sostenibilità. Il debito elevato (Debt/Equity 135%) va monitorato. Diversa la situazione per Wiit (WIIT.MI), che vanta un ROE del 27,78% ma è zavorrata da un indebitamento monstre (oltre 686%) e multipli elevati (P/E 41,43). Insomma, potenziale sì, ma con forti rischi annessi.

Come scegliere un titolo azionario utilizzando i multipli di mercato e altri indicatori finanziari – crypto.it

Tra le aziende in crescita più equilibrate spicca TXT e-solutions (TXT.MI). Il titolo ha beneficiato di un +30,7% nei ricavi, margini operativi superiori all’11% e un P/E di 24,92. La leva finanziaria è contenuta e il dividendo (0,81%)appare coerente con la sua strategia di reinvestimento. Un mix che la rende interessante sia per investitori growth che value.

Le sorprese negative e i casi da monitorare

Nel gruppo analizzato, non mancano però segnali di allarme. Seco (IOT.MI), nonostante un buon posizionamento nel mondo dell’IoT e dell’edge computing, ha registrato un margine operativo negativo (-27,9%) e una perdita netta di oltre 21 milioni €. Il Price/Book è vicino a 0,92, ma il mercato resta scettico fino a segnali concreti di turnaround.

Più critica la situazione di Expert.ai (EXAI.MI). Nonostante l’esposizione diretta all’intelligenza artificiale, i numeri sono in rosso: ROE -45,62%, perdita netta di oltre 10 milioni € e un P/E forward di 172,41, altissimo per una tech ancora non profittevole. Anche Digital Bros (DIB.MI) non brilla: utile negativo, margini compressi e un dividendo azzerato negli ultimi anni.

In un mercato tech che corre veloce, i numeri non bastano a scegliere chi vincerà. Ma aiutano a capire chi oggi sta costruendo valore concreto e chi, invece, sta ancora cercando la propria strada. E forse, a non lasciarsi sfuggire chi si sta preparando a sorprendere.

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