Mario era convinto che bastasse qualche accorgimento per gestire il suo diabete. Margherita, sua moglie, pensava fosse solo questione di insulina e dieta. Ma la malattia ha stravolto la loro quotidianità.
Le crisi improvvise, la stanchezza continua e le complicanze li hanno messi davanti a una nuova realtà. Così hanno iniziato a chiedersi: esiste una tutela concreta per chi vive ogni giorno con una patologia come questa? La risposta ha cambiato tutto. Parliamo di legge 104 e diabete, ma non nel modo che ti aspetti.
All’inizio, Mario pensava che il diabete fosse solo una seccatura da controllare. Ma col passare del tempo, ha iniziato a fare i conti con episodi di ipoglicemia durante il lavoro, problemi alla vista e stanchezza cronica. Per un elettricista come lui, queste condizioni non erano solo fastidiose: diventavano pericolose. Margherita, sempre pratica e determinata, ha iniziato a cercare risposte. È così che ha incontrato il mondo della legge 104, una legge che tutela chi vive con disabilità, ma solo in certi casi. E il diabete? Rientra solo se ha un impatto reale sulla vita di tutti i giorni.
La svolta è arrivata quando il medico curante ha suggerito a Mario di presentare domanda per il riconoscimento della disabilità. All’inizio lui non voleva. “Io non sono disabile”, diceva. Ma Margherita sapeva che era l’unico modo per ottenere un minimo di respiro.
Dopo aver raccolto la documentazione, hanno inviato tutto all’INPS. Poi la visita con la commissione medica, dove sono state valutate le complicazioni del suo diabete, le crisi ipoglicemiche, le difficoltà sul lavoro. Il riconoscimento è arrivato: disabilità grave.
Questo ha permesso a Mario di accedere ai permessi retribuiti, ma soprattutto gli ha dato dignità. La legge 104 non è un privilegio: è uno strumento che aiuta a mantenere l’indipendenza anche in condizioni difficili. La diagnosi, da sola, non basta. Ma quando il diabete limita davvero la vita quotidiana, allora si può avere diritto a un supporto concreto.
Molti non sanno che il diabete, in presenza di gravi complicanze, può rientrare tra le patologie che danno diritto alla legge 104. Il riconoscimento, però, non è automatico. Serve documentazione medica dettagliata, una valutazione seria e spesso anche molta pazienza. Ma come insegna la storia di Mario e Margherita, non è impossibile.
Oggi, grazie a quella scelta, la loro vita è un po’ meno in salita. Hanno imparato che non è una debolezza chiedere aiuto, anzi. E forse la domanda giusta non è se si ha diritto, ma se si ha il coraggio di informarsi. Quanti altri Mario sono là fuori, ignari di ciò che potrebbero ottenere?
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