Il cambio euro dollaro è tornato al centro dell’attenzione dei mercati: nuove tensioni geopolitiche, inflazione e politica monetaria condizionano ogni previsione. Tra ipotesi di dazi USA e segnali di rallentamento economico, l’incertezza domina. Gli analisti aggiornano le loro stime per il 2025, ma le variabili in gioco restano molte.
Ogni volta che il tasso di cambio EUR/USD si muove, anche solo di pochi decimali, si mettono in moto meccanismi complessi che toccano finanza, esportazioni, investimenti e potere d’acquisto. È un termometro economico globale, ma è anche uno specchio delle politiche monetarie, delle tensioni internazionali e della fiducia degli investitori.
Negli ultimi giorni, il cambio euro dollaro si è mosso intorno a quota 1,08, con brevi incursioni in area 1,082 – 1,078, secondo i dati aggiornati dalla Banca Centrale Europea. Ma a rendere interessante il momento non sono tanto i numeri quanto il contesto. E negli ultimi tre mesi, questo contesto è cambiato. Di molto.
Dall’inizio del 2025, l’euro ha recuperato terreno, guadagnando oltre il 4% rispetto al dollaro. Una tendenza alimentata da diversi fattori: l’aumento dei rendimenti obbligazionari tedeschi, il miglioramento delle prospettive diplomatiche in Ucraina e l’ipotesi che la Fed rallenti il ritmo degli aumenti dei tassi. Ma c’è di più. Le recenti minacce di nuovi dazida parte dell’amministrazione Trump sulle auto europee (25%) hanno spinto gli operatori a vendere dollari in favore di valute considerate più stabili nel breve termine.
Tuttavia, questo scenario è tutt’altro che lineare. Il cambio euro dollaro è anche influenzato dai dati macroeconomicisull’inflazione, sulla produzione industriale e sulla fiducia dei consumatori. In questo momento, l’Europa mostra segnali di ripresa, ma ancora fragili. Negli Stati Uniti, invece, i dati sull’indice PCE core – il parametro preferito dalla Fed per misurare l’inflazione – restano sotto i riflettori. Qualsiasi sorpresa al rialzo potrebbe rafforzare nuovamente il dollaro e invertire la tendenza attuale.
Le previsioni sul cambio euro dollaro per il 2025 riflettono questa incertezza. Secondo Bank of America, il dollaro potrebbe rafforzarsi nei prossimi mesi, con l’EUR/USD visto in area 1,05 entro fine anno. Una visione condivisa da altri analisti legati al settore obbligazionario, convinti che il differenziale dei tassi tra USA ed Eurozona continuerà a giocare a favore del biglietto verde.
Ma ci sono anche opinioni opposte. Secondo Traders Union, l’euro potrebbe salire fino a 1,1298 entro dicembre 2025, trainato da un recupero più marcato dell’economia europea e da una Fed meno aggressiva. A livello tecnico, gli analisti di FX Empire evidenziano una zona di supporto tra 1,072 e 1,075, con possibili rimbalzi nel breve termine se i mercati continueranno a prezzare una fine del ciclo restrittivo statunitense.
In altre parole, il destino del cambio euro dollaro sarà il riflesso diretto delle mosse future di Fed e BCE, delle dinamiche politiche internazionali e di quel mix instabile fatto di aspettative, sorprese e reazioni impulsive dei mercati. Mai come ora, ogni dato conta.
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