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Criptovalute

Dai fasti ai dubbi: Ethereum sotto pressione ma con segnali da non ignorare

Pubblicato da
Gerardo Marciano

Cosa succede quando un gigante si ferma di colpo? E se quello stop non fosse una resa, ma solo un respiro profondo prima di un nuovo slancio? Le ultime settimane del mercato crypto hanno messo in discussione molte certezze, soprattutto attorno a un protagonista assoluto.

Parliamo di movimenti che non sono solo numeri, ma segnali nascosti, tracciati tra minimi e massimi come messaggi in codice. In questa storia c’è una linea invisibile che unisce dati, livelli chiave e forze che sembrano pronte a risvegliarsi.

Dai fasti ai dubbi: Ethereum sotto pressione ma con segnali da non ignorare-crypto.it

Ed è proprio in quel silenzio apparente che qualcosa si sta preparando. Il grafico non mente, ma va ascoltato con attenzione.

Se hai seguito anche solo distrattamente l’andamento delle criptovalute, avrai notato che c’è qualcosa di strano nell’aria. Dopo una corsa spettacolare, i prezzi hanno cominciato a cedere, ma non nel modo che ci si aspetterebbe da un classico crollo. Niente panico diffuso, niente fuga di massa. Anzi, in certi punti sembra quasi ci sia chi aspetta con pazienza, pronto ad approfittare di un’occasione nascosta. E quella sensazione, che qualcosa sta per succedere, continua a crescere, silenziosamente.

Il protagonista? È Ethereum contro il dollaro, che nelle ultime settimane ha dato spettacolo… ma forse solo l’antipasto. Il movimento che ha portato dal massimo annuale a un’area di supporto chiave non è stato solo un “crollo”: sembra più un reset. E ora che gli indicatori tecnici iniziano a dare segnali in controtendenza, la domanda sorge spontanea: cosa ci sta dicendo davvero il mercato?

Dal doppio massimo ai minimi: cosa ha spinto Ethereum giù?

Il movimento che ha portato Ethereum dal massimo annuale di 3.744,65 dollari fino al minimo in area 1.756,85 è stato netto, ma non senza logica. Il doppio massimo registrato in zona 3.740 è stato un chiaro segnale di esaurimento della spinta rialzista. A quel punto, si sono fatte sentire diverse pressioni: presa di profitto da parte degli investitori istituzionali, dati macroeconomici non proprio favorevoli, e qualche segnale di incertezza arrivato anche da parte della Fed.

Dal doppio massimo ai minimi: cosa ha spinto Ethereum giù?-crypto.it

Inoltre, il sentimento generale del mercato cripto è cambiato: meno euforia, più cautela. I grandi investitori hanno iniziato a proteggersi e a ribilanciare i portafogli, e questo ha inevitabilmente pesato anche su Ethereum contro il dollaro. A livello tecnico, il cedimento dei 2.200 dollari ha aperto le porte a una discesa profonda, che si è arrestata solo quando i prezzi hanno toccato una zona cruciale. Proprio lì, vicino ai 1.800 dollari , passa una linea di tendenza che risale addirittura ai minimi di aprile 2022 e ottobre 2023.

E non è tutto. In quella stessa fascia passa anche la media mobile a 400 settimane, un livello spesso trascurato dai trader meno esperti ma molto osservato da chi ragiona sul medio-lungo periodo. Quello che colpisce è come, nonostante la pressione ribassista, i prezzi hanno mantenuto una certa struttura. Nessun tracollo violento, ma una serie di rimbalzi e tentativi di tenuta che fanno pensare a qualcosa di più complesso.

Supporti strategici e segnali tecnici: Ethereum si prepara a reagire?

Guardando con attenzione il grafico settimanale, si nota subito un comportamento interessante. I prezzi attuali, in area 1.997 dollari, si muovono in modo laterale, negando finora la formazione di minimi e massimi crescenti. Ma è qui che entrano in gioco gli oscillatori tecnici come RSI e Alligator Index. Entrambi stanno disegnando divergenze rialziste: un segnale non ancora confermato, ma da tenere d’occhio.

Supporti strategici e segnali tecnici: Ethereum si prepara a reagire?-crypto.it

In più, una trend line partita dai minimi di ottobre 2023 sembra voler offrire un nuovo potenziale punto di appoggio per Ethereum in dollari. Il fatto che questo livello sta tenendo, almeno per ora, alimenta l’idea che il movimento ribassista sia in una fase di esaurimento. I supporti attuali da monitorare con attenzione sono intorno ai 1.950–1.900 dollari, mentre in ottica di medio termine l’area dei 1.750 rappresenta uno spartiacque importante: perderla significherebbe aprire spazi verso i 1.500 , ma mantenerla rafforzerebbe l’ipotesi di un’inversione graduale.

La fase attuale è quella in cui i segnali vanno pesati con attenzione. Nessun segnale definitivo, ma un mix di indizi che suggerisce che il mercato non ha ancora scritto l’ultima parola. Forse siamo solo nella calma prima del prossimo grande movimento. In queste situazioni, chi sa osservare più che prevedere, è spesso quello che si trova nel posto giusto al momento giusto.

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