La pensione di reversibilità nasconde un dettaglio che pochi conoscono: quello che è successo a Linda e Federica potrebbe cambiare tutto. Sei sicuro di sapere come funziona davvero? Leggi questa storia prima di trarre conclusioni affrettate.
Linda non avrebbe mai immaginato che la morte della madre avrebbe portato con sé non solo un grande dolore, ma anche un problema burocratico inaspettato.
Federica, sua sorella maggiore, era sicura che avrebbero continuato a percepire la pensione di reversibilità della mamma, così come era successo a lei quando il padre era venuto a mancare. Eppure, qualcosa non tornava. Quando hanno chiesto chiarimenti all’INPS, si sono trovate davanti a una realtà che mai avrebbero pensato di dover affrontare: il diritto alla pensione di reversibilità non funziona come molti credono. Ciò che scopriranno cambierà la loro situazione economica e le farà riflettere su un sistema previdenziale che, per alcuni, può risultare ingiusto.
Quando Linda e Federica si sono recate all’INPS per informarsi sulla pensione di reversibilità, erano certe di poterla ottenere. Dopo tutto, la loro madre l’aveva ricevuta per anni dopo la scomparsa del marito. Ma la risposta dell’istituto le ha lasciate senza parole: la pensione di reversibilità non si trasmette ai superstiti del beneficiario originario.
La legge è chiara: questa forma di pensione viene concessa solo ai familiari diretti del pensionato deceduto, e si estingue con la morte del primo destinatario. Questo significa che, se un genitore riceveva una pensione di reversibilità per la morte del coniuge, alla sua scomparsa i figli non potranno ereditarla.
Linda, ancora incredula, ha chiesto spiegazioni più dettagliate. Le è stato detto che la pensione di reversibilità nasce come forma di sostegno economico per chi dipendeva dal reddito del pensionato originario. Quando questo primo beneficiario viene a mancare, il diritto alla pensione cessa di esistere. Non è una rendita vitalizia che si tramanda di generazione in generazione, ma un sostegno mirato che si conclude con il decesso del primo titolare.
Federica non riusciva a capacitarsi della spiegazione ricevuta, così ha deciso di approfondire il tema con un avvocato specializzato in diritto previdenziale. La sua prima domanda è stata: “Perché una pensione che aiuta economicamente una famiglia non può essere trasferita ai figli quando il genitore che la percepiva viene a mancare?”.
L’avvocato ha chiarito che la pensione di reversibilità non è un’eredità, ma un trattamento di natura assistenziale legato alla dipendenza economica dal pensionato originario. Lo Stato ha stabilito che il sostegno economico deve essere destinato solo a chi viveva a carico del defunto. Se la pensione fosse trasmissibile ai figli, si creerebbe una catena di beneficiari che andrebbe oltre lo scopo originario del sistema previdenziale.
Questa decisione è stata confermata anche dalla Corte di Cassazione (ordinanza n. 14287 del 22 maggio 2024), che ha ribadito che la pensione di reversibilità non può essere ereditata dai superstiti del beneficiario originario. L’ordinanza più recente ha sancito in modo definitivo che il diritto si estingue con la morte del primo titolare, senza eccezioni.
Per Linda e Federica, questa sentenza ha significato dover affrontare un’imprevista instabilità economica. Senza più il supporto della pensione della madre, si sono trovate a dover rivedere completamente la loro situazione finanziaria.
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