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Assegno Unico: il convivente può richiederlo per il figlio del partner? Ecco cosa dice l’INPS

Pubblicato da
Gerardo Marciano

Un caso comune, ma poco chiaro: cosa succede quando il convivente non è il genitore biologico o adottivo di un bambino? Molti si trovano in questa situazione, ma pochi sanno come funziona davvero l’Assegno Unico e cosa dice l’INPS.

Se ti sei mai chiesto se il partner di un genitore può ottenere benefici fiscali per il figlio dell’altro, ecco tutto quello che devi sapere. Emanuele e Laura si sono conosciuti da poco e hanno deciso di convivere. Laura ha un figlio di dieci anni, Simone, nato da una precedente relazione.

Assegno Unico: il convivente può richiederlo per il figlio del partner?-crypto.it

Emanuele si prende cura di lui con affetto, come fosse suo figlio. Ma quando si tratta di benefici fiscali e Assegno Unico, le regole non sono così semplici. Può Emanuele considerare Simone a suo carico fiscale? Può chiedere il contributo economico previsto dall’INPS? La normativa italiana non lascia spazio a interpretazioni.

Il convivente può considerare il figlio del partner a carico fiscale?

Quando due persone convivono, si creano dinamiche simili a quelle di una famiglia tradizionale, ma dal punto di vista fiscale le cose sono diverse. La legge italiana stabilisce che solo il genitore biologico o adottivo può considerare un bambino “fiscalmente a carico“.

Il convivente può considerare il figlio del partner a carico fiscale?-crypto.it

Nel caso di Emanuele, che non ha alcun legame legale con Simone, non può dichiararlo come familiare a carico nella dichiarazione dei redditi. Questo significa che non ha diritto alle detrazioni fiscali per il mantenimento del bambino, anche se partecipa alla sua crescita.

La situazione sarebbe diversa se Emanuele adottasse legalmente Simone, ma questo è un percorso complesso. Fino ad allora, lui rimane un semplice “convivente” senza alcun diritto di detrazione per il minore.

L’Assegno Unico: chi può richiederlo davvero?

L’Assegno Unico è un contributo economico destinato alle famiglie con figli a carico, ma non tutti possono richiederlo. L’INPS chiarisce che il beneficio spetta solo ai genitori che esercitano la responsabilità genitoriale.

Se non sei il genitore biologico o adottivo del minore, non puoi chiedere l’Assegno Unico, anche se vivi con lui e te ne occupi. Nel caso di Emanuele, il contributo spetta solo a Laura, l’unica riconosciuta dallo Stato come genitore di Simone.

Un altro aspetto importante riguarda l’ISEE. L’INPS stabilisce che il convivente che non è genitore del minore non deve essere incluso nel nucleo familiare ai fini del calcolo dell’ISEE per l’Assegno Unico. Questo significa che il reddito di Emanuele non influenzerà la richiesta di Laura.

Molti ritengono che questa normativa sia ingiusta per chi, come Emanuele, si prende cura di un bambino senza poter accedere ai benefici riservati ai genitori. Tuttavia, la legge è chiara: solo chi ha un legame legale con il minore può ottenere il sostegno economico.

Forse in futuro le regole cambieranno, ma per ora chi convive con un genitore separato deve sapere che, dal punto di vista fiscale e degli aiuti economici, non ha gli stessi diritti di un genitore biologico o adottivo. E tu, pensi che sia giusto così o la legge dovrebbe essere più flessibile?

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