Se+nel+2025+ti+assenti+dal+lavoro+puoi+essere+licenziato%2C+anzi+meglio%2C+ti+sei+dimesso%3A+la+norma+che+rivoluziona+tutto
cryptoit
/2025/01/22/se-nel-2025-ti-assenti-dal-lavoro-puoi-essere-licenziato-anzi-meglio-ti-sei-dimesso-la-norma-che-rivoluziona-il-mondo-del-lavoro/amp/
Economia

Se nel 2025 ti assenti dal lavoro puoi essere licenziato, anzi meglio, ti sei dimesso: la norma che rivoluziona tutto

Pubblicato da
Gerardo Marciano

Un nuovo volto del licenziamento in Italia: scelte consapevoli o rischio di perdere tutto? Scopri come una piccola distrazione potrebbe costarti caro, trasformando assenze ingiustificate in dimissioni volontarie. E se il tuo futuro lavorativo dipendesse da un dettaglio?

Nel 2025, una novità normativa poco conosciuta potrebbe cambiare radicalmente il rapporto tra lavoratori e datori di lavoro. Non si tratta solo di regole: è un cambiamento di prospettiva che premia la responsabilità e penalizza i comportamenti opportunistici. Ma cosa succede se ci si assenta senza giustificazione? Quanto è sottile il confine tra una leggerezza e una decisione definitiva? L’impatto può essere sorprendente e, per molti, spiazzante.

Se nel 2025 ti assenti dal lavoro puoi essere licenziato

Da Nicola, che preferisce vivere di sussidi, a Maurizio, che si assenta continuamente senza motivi concreti: la nuova disciplina sembra fatta apposta per mettere un freno a certe situazioni. Ma non è tutto così semplice. Entriamo nel cuore della questione.

Assenze ingiustificate: quando diventano dimissioni volontarie

Il Ddl Collegato Lavoro ha introdotto una norma che può mettere in difficoltà chi non prende sul serio il proprio ruolo lavorativo. Se un dipendente si assenta senza giustificazione per un periodo superiore ai termini previsti dal contratto collettivo o, in assenza di indicazioni specifiche, per più di 15 giorni, il rapporto di lavoro si considera automaticamente concluso. Ma attenzione: questa conclusione non è un licenziamento, bensì una dimissione volontaria.

Assenze ingiustificate: quando diventano dimissioni volontarie-crypto.it

Per esempio, pensiamo a Nicola, che preferisce trovare pretesti per non lavorare e contare sui sussidi. Con questa nuova normativa, comportamenti come il suo non garantiscono più l’accesso alla NASpI (indennità di disoccupazione). Il motivo è chiaro: la cessazione del rapporto non è più attribuibile al datore di lavoro, ma al lavoratore stesso. Di fatto, diventa impossibile sfruttare le regole per ottenere vantaggi indebiti. Tuttavia, è importante che il datore di lavoro segua scrupolosamente le procedure previste per evitare contenziosi o possibili errori nelle segnalazioni.

Una misura per contrastare gli abusi

Questo cambiamento legislativo è nato per contrastare strategie opportunistiche che, in passato, alcuni lavoratori utilizzavano per accedere ai sussidi. L’obiettivo è chiaro: responsabilizzare entrambe le parti. Non è più sufficiente aspettare che il datore di lavoro licenzi per accedere ai benefici. Ora, chi si assenta senza giustificazione deve essere consapevole delle conseguenze.

Ma questa normativa non è solo punitiva: vuole premiare chi rispetta il proprio ruolo. Per chi lavora con dedizione, è una garanzia contro colleghi che approfittano del sistema, creando tensioni sul luogo di lavoro. Il messaggio è chiaro: il rispetto delle regole non è un optional. Anche per il datore di lavoro, però, diventa essenziale una gestione attenta e documentata delle assenze, evitando interpretazioni arbitrarie che potrebbero minare la fiducia reciproca.

Questa novità normativa lascia spazio a molte domande. Come possono lavoratori e datori di lavoro adattarsi al meglio? E, soprattutto, riuscirà questa misura a ridurre realmente gli abusi?

Per ora, è evidente che il 2025 segna un punto di svolta. Non è più tempo di pretesti: il lavoro richiede responsabilità, da entrambe le parti.

Articoli recenti

Come la flat tax al 15% cambia lo stipendio degli statali fino a 50.000 €

Flat tax al 15% per i dipendenti pubblici fino a 50.000 € di reddito: una…

5 giorni Fà

Gli effetti nascosti delle oscillazioni dei rendimenti che influenzano BOT, BTP e fondi monetari

Un’asta può modificare i rendimenti di BOT e BTP, influenzando anche i tassi dei conti…

6 giorni Fà

Ecco quanto guadagni davvero con Buono 3×4 e BTP 2037: il confronto che ogni investitore deve vedere prima di decidere

Il Buono 3×4 di Poste Italiane e il BTP Tf 0,95% marzo 2037 sono due…

2 settimane Fà

3,41% di rendimento netto e prezzo sotto la pari, ecco perché questo BTP entusiasma gli italiani

Con una cedola annua del 3,10% e un rendimento netto effettivo intorno al 3,41%, il…

2 settimane Fà

I 5 motivi per cui sempre più risparmiatori stanno investendo nel BTP che garantisce oltre 50.000 euro netti in 15 anni

Investire 100.000 euro in un titolo di Stato a lungo termine può sembrare una decisione…

2 settimane Fà

5 numeri che spiegano la rivoluzione da 28 miliardi che sta cambiando la finanza globale

La tokenizzazione degli asset reali ha superato i 28 miliardi di dollari nel 2025, trasformandosi…

3 settimane Fà