Il Bonus Renzi, introdotto nel 2014, ha rappresentato una misura chiave per il sostegno al reddito dei lavoratori dipendenti. Negli anni, ha subito diverse modifiche per adattarsi alle riforme fiscali e ai cambiamenti economici del Paese. Scopri come si è evoluto questo incentivo e quali sono le condizioni attuali per ottenerlo.
Il Bonus Renzi è stato introdotto dal governo guidato da Matteo Renzi nel 2014 come credito d’imposta di 80 euro mensili, destinato ai lavoratori dipendenti con un reddito compreso tra 8.000 e 26.000 euro annui. L’obiettivo principale era aumentare il potere d’acquisto delle fasce di reddito medio-basse e stimolare i consumi.
Negli anni, questa misura è stata oggetto di modifiche significative, fino a diventare un vero e proprio trattamento integrativo. Vediamo come è cambiato il bonus nel tempo e cosa prevede oggi per i beneficiari.
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Nel 2020, con l’approvazione del Decreto Cura Italia, il Bonus Renzi è stato trasformato in Trattamento Integrativo. L’importo mensile è stato aumentato a 100 euro (1.200 euro annui), e la soglia di reddito è stata ampliata a 28.000 euro. Questo ampliamento ha reso il beneficio accessibile a un numero maggiore di lavoratori, in un momento di crisi economica causato dalla pandemia.
Per i redditi superiori ai 28.000 euro, fino a un massimo di 40.000 euro, è stata introdotta una detrazione fiscale aggiuntiva calcolata in base al reddito, ma con importi decrescenti fino ad azzerarsi.
Nel 2022, con la riforma delle aliquote IRPEF, il trattamento integrativo è stato confermato, ma con un limite massimo di reddito fissato a 28.000 euro. Tuttavia, per i redditi tra 15.000 e 28.000 euro, il bonus viene erogato solo se la somma delle detrazioni spettanti supera l’imposta lorda.
Per i lavoratori con un reddito fino a 15.000 euro, invece, il bonus viene garantito in modo pieno e senza ulteriori verifiche.
La Legge di Bilancio 2025 ha confermato l’erogazione del trattamento integrativo di 100 euro mensili, ma ha introdotto alcune novità:
Per evitare sorprese in fase di conguaglio, è fondamentale che i lavoratori dipendenti verifichino attentamente il proprio reddito imponibile e le detrazioni spettanti. In alcuni casi, può essere utile presentare una rinuncia al trattamento integrativo, soprattutto se si prevede di superare la soglia di reddito stabilita.
Inoltre, è importante ricordare che l’erogazione del bonus avviene automaticamente in busta paga, ma viene comunque verificata annualmente dall’Agenzia delle Entrate durante la dichiarazione dei redditi.
Nonostante le trasformazioni subite nel corso degli anni, il Bonus Renzi, oggi Trattamento Integrativo, continua a rappresentare un aiuto concreto per i lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi. La misura rimane uno strumento fiscale rilevante per sostenere il potere d’acquisto delle famiglie e promuovere una maggiore equità fiscale.
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