Lo smartphone si scarica troppo presto? I tecnici svelano il dettaglio da non sottovalutare per una lunga durata assicurata.
Diventati strumenti indispensabili per la vita quotidiana, gli smartphone rappresentano oggi dei veri e propri prolungamenti della persona. Questi piccoli device intelligenti, hanno rivoluzionato il modo di gestire qualsiasi operazione: dalle chiamate, ai messaggi istantanei, fino alla navigazione in Internet e tra le applicazioni.
Per quanto gli smartphone possano essere sempre più innovativi e tecnologici, uno dei problemi persistenti riguarda sempre l’usura precoce e la durata della batteria. Gli smartphone di ultima generazione, inoltre, presentano una percentuale dello stato della batteria in netto calo già dai primi cicli di ricarica.
Le cause di questa problematica sono da ricercare spesso nello schermo e nel processore degli smartphone. Nel primo caso, la luminosità eccessiva del dispositivo può compromettere notevolmente la durata della batteria e le prestazioni. Per quanto riguarda il processore, invece, quest’ultimo può essere compromesso dalle numerose applicazioni attive in background.
L’avanzamento tecnologico dei dispositivi attuali e le molteplici funzionalità offerte dagli smartphone, stanno impegnando gli sviluppatori e i tecnici a trovare le possibili soluzioni per prolungare la durata delle singole batterie. Per quanto riguarda questa specifica tematica, i tecnici si sono recentemente espressi rivelando un dettaglio essenziale: i nanometri. Si tratta di un’unità di misura essenziale per misurare l’enorme quantità di transitor all’interno di un chip, ovvero gli interruttori elettronici che lasciano passare o trattengono l’elettricità all’interno del dispositivo.
Più transitor sono presenti in un chip, più potente sarà il dispositivo. Oltre alle performance del processore, un numero elevato di transitor permette alla corrente elettrica di percorrere meno tempo per raggiungere la batteria, rendendo il dispositivo molto più efficiente dal punto di vista energetico. Nel corso degli ultimi dieci anni, il numero di transitor sugli smartphone in commercio è notevolmente aumentato, migliorando le prestazioni della batteria a lungo termine.
Secondo IBM, uno dei leader tecnologici globali, il primo passo cruciale avverrà con l’introduzione dei primi chip a 2 nanometri, i quali renderanno possibile la ricarica dello smartphone una volta ogni quattro giorni. Si tratta di una prospettiva rivoluzionaria per gli odierni smartphone in commercio, i quali necessitano di ricariche frequenti a causa dell’eccessiva produttività del dispositivo e delle applicazioni in background sempre funzionanti.
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