L’utilizzo indebito dei fondi PNRR, la fruizione dei contributi per opere non conformi e notevoli ritardi nell’attuazione: sono i reati più comuni commessi in Italia durante l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Recovery Plan), che la Corte dei Conti ha rivelato.
Quando inizia l’anno giudiziario, il procuratore generale della magistratura contabile Pio Silvestri comunica che sono state registrate diverse segnalazioni di irregolarità.
I dettagli della relazione presentata mostrano che le frodi del reddito di cittadinanza, come la falsa documentazione e l’ammissione irregolare al contributo, sono simili agli abusi del bonus per l’efficientamento energetico del GSE.
I controlli sui fondi PNRR della Corte dei Conti In tutto, nel 2023 sono stati recuperati 59,7 milioni di euro. La relazione della Procura generale della Corte dei Conti enumera invece le indagini in corso per quanto riguarda il PNRR. Sebbene abbiano un valore complessivo di 1,8 miliardi di euro, “i danni derivanti dalle fattispecie illecite in istruttoria appena elencate devono ancora essere esattamente quantificati” ed è probabile che siano di un importo significativamente maggiore.
Le indagini più significative includono quelle relative all’indebita fruizione di contributi in Emilia Romagna (per un valore di circa 1 milione di euro) e in Veneto (per un valore di 640mila euro). Segue la situazione in Friuli Venezia Giulia, che ha un costo di 100mila euro e è correlata a ritardi nell’esecuzione degli interventi. Inoltre, sono state avviate indagini in Lombardia e Campania riguardanti l’uso improprio delle risorse di SIMEST, un’organizzazione che gestisce i finanziamenti per conto di Cassa Depositi e Prestiti.
Quindi, le condotte illecite emerse possono essere ricondotte alle seguenti fattispecie:
Finora sono state assegnate 142 miliardi di euro di risorse, che rappresentano oltre il 70% del valore del piano. Tuttavia, le spese risultano essere soltanto 28,1 miliardi di euro, ovvero circa il 14,7% del totale, secondo i dati forniti dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio. Restano 138,2 miliardi di dollari da spendere per raggiungere tutti i obiettivi previsti.
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