La riforma fiscale, in particolare la riduzione della riforma Irpef, avrà un impatto anche sugli assegni previdenziali nel 2024 che interessano un gran numeri di italiani.
Le nuove aliquote dell’Imposta sul reddito delle persone fisiche prevedono una “zona non soggetta a imposte” fino ai redditi annui di 15mila euro. Nella fascia di reddito compresa tra 15 e 28mila euro, l’aliquota è del 23%. Il peso aumenta al 35% per i settori dai 28 ai 50mila euro e supera il 43% per quelli sopra i 50mila euro.
I pensionati con un reddito compreso tra i 15mila e i 28mila godranno di un alleggerimento del tributo del 2% a causa dei nuovi scaglioni. Anche l’assegno pensionistico subirà gli effetti dei conguagli nei primi mesi del 2024. In una circolare del 22 gennaio, l’Inps ha ricordato che le ritenute erariali relative al 2023 (Irpef e addizionali regionali e comunali a saldo) sono state calcolate a consuntivo sulla base dell’importo complessivo delle prestazioni pensionistiche erogate dall’Inps.
Se nel corso del 2023 sono state applicate ritenute erariali mensili inferiori a quanto dovuto su base annua, l’Inps deve recuperare le differenze a debito sulle rate di pensione di gennaio e febbraio 2024. Inoltre, l’Inps deve trattenere il debito fino alla capienza totale dell’importo delle rate di pensione da pagare.
In caso i ratei di pensione di gennaio e di febbraio non fossero sufficienti per pagare tutto, le trattenute continueranno sui ratei mensili successivi fino all’estinzione del debito. L’Inps spiega che i pensionati con trattamenti pensionistici annui superiori an 18mila euro che hanno subito un conguaglio a debito superiore a 100 euro vengono rateati fino alla mensilità di novembre.
Infine, per quanto riguarda il pagamento delle pensioni di febbraio, coloro che hanno un accredito diretto in banca riceveranno il pagamento sul conto corrente il primo giorno del mese.
In generale, il pagamento delle pensioni agli sportelli postali è una novità. Il calendario creato durante l’emergenza COVID-19 è stato definitivamente archiviato. Qeusto prevedeva il ritiro in base alle lettere con cui inizia il cognome. Ora si torna al vecchio sistema. Poste Italiane ha annunciato che tutte le pensioni potranno essere ritirate in posta a partire dal primo giorno del mese, a condizione che non siano festività.
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