Le valutazioni degli indici di liquidità come il current ratio e il quick ratio aiutano a misurare la capacità di un’azienda di far fronte alle proprie obbligazioni a breve termine. Nel FTSE MIB ci sono due casi particolarmente significativi: Unicredit e Amplifon, che presentano valori inferiori alla soglia critica dell’unità.A questi dati si aggiungono le ultime raccomandazioni degli analisti e i target di prezzo aggiornati.
Gli indici di liquidità sono strumenti fondamentali per valutare la salute finanziaria di un’azienda nel breve termine. Il current ratio rappresenta il rapporto tra attività correnti e passività correnti, mentre il quick ratio esclude le rimanenze, offrendo una visione più conservativa della reale capacità di un’impresa di fronteggiare impegni imminenti. Valori inferiori a 1 segnalano potenziali difficoltà nel coprire i debiti a breve scadenza, e proprio per questo gli investitori li osservano con particolare attenzione, soprattutto in contesti di mercato incerti o in fasi cicliche complesse.

Questi indicatori aiutano a comprendere se un’azienda è in grado di affrontare improvvisi cali di liquidità o esigenze operative straordinarie senza dover ricorrere a finanziamenti esterni. Due nomi che spiccano tra i titoli del FTSE MIB sono Unicredit e Amplifon, accomunati da indicatori critici ma con profili finanziari e strategici molto diversi, che meritano un’analisi approfondita.
Amplifon: liquidità bassa e target ambiziosi
Anche Amplifon si trova in una posizione delicata sul fronte della liquidità: il current ratio è pari a 0,60 e il quick ratio a 0,52, valori che indicano una copertura parziale delle obbligazioni di breve periodo. Il dato è da interpretare con cautela, anche considerando l’espansione internazionale del gruppo e la natura meno capital-intensive del settore.
Negli ultimi tre mesi, le raccomandazioni raccolte da Soldionline.it e riportate da banche d’affari come Bank of America, Morgan Stanley, Goldman Sachs, Barclays, Bernstein e Mediobanca si distribuiscono tra giudizi buy, overweight e neutral, con prezzi obiettivo che vanno da 21,65 € a 34 €. Secondo MarketScreener, il target medio è di 27,57 €, contro una quotazione attuale di 19,55 €, indicando un potenziale di crescita significativo secondo il consenso degli esperti.

Il confronto tra Unicredit e Amplifon mostra come una bassa liquidità contabile non coincida necessariamente con una valutazione negativa da parte del mercato, a patto che ci siano solidi fondamentali o prospettive di crescita in grado di bilanciare il rischio percepito.
Unicredit: bassa liquidità, ma giudizi positivi
Unicredit presenta un current ratio di 0,21, uno dei più bassi in assoluto tra le società quotate italiane. Per le banche, tuttavia, questo indicatore non è pienamente rappresentativo, dato che utilizzano metriche diverse, come il Liquidity Coverage Ratio (LCR) o il Net Stable Funding Ratio (NSFR). Ciò non toglie che il dato segnali un livello minimo di copertura delle passività correnti con le sole attività correnti.
Nonostante questa apparente debolezza, il sentiment degli analisti resta positivo. Goldman Sachs, Equita SIM, Jefferies, HSBC e Morgan Stanley hanno tutte confermato raccomandazioni di acquisto tra febbraio e marzo 2025, con target price compresi tra 54 € e 63 €. Secondo i dati di MarketScreener, il prezzo obiettivo medio per Unicredit è di 58,49 €, con un massimo di 63 € e un minimo di 54 €, rispetto a una quotazione attuale intorno a 53,20 €. Questo lascia intendere che il mercato potrebbe ancora esprimere un moderato potenziale di crescita.